Va in onda il servizio: lo schermo mostra il gioviano in un'inquadratura ravvicinata. Compare sullo schermo una cosa di dimensioni elefantiache simile a un ammasso semovente di sacche gonfie di gas.
- Allora - chiede il giornalista - come valuta, signor Trsg, la situazione sulla Terra dopo lo sfacelo provocato dai radeq che voi ci avete rifilato?
Il gioviano che, come tutti i gioviani comunica mediante emissioni di aria variamente modulata, spernacchia rutta e scorreggia, ovvero emette suoni non molto dissimili mentre una voce fuori campo traduce.
- Non vi abbiamo rifilato un bel niente! E' stato il Governo terrestre che, venuto a conoscenza dell'esistenza dei radeq e delle loro singolari caratteristiche, ha voluto acquistarne ottocentomila. Era un numero eccessivo per un pianeta piccolo come la Terra, e noi avevamo fatto presente questo rischio ai responsabili terrestri!
- Okay, okay, lasciamo perdere le polemiche - scoppietta frizzante l'intervistatore. - Però, a questo punto, non può esimersi dal direi che cosa è accaduto di imprevisto.
- E' accaduto tutto come previsto da noi, invece! - spernacchia il signor Trsg. - Dopo che ci fu fatta l'ordinazione dal Governo terrestre, noi studiammo attentamente le possibilità di acclimatamento dei radeq nella vostra atmosfera. Scoprimmo che essi potevano sopravvivere negli alti strati nutrendosi dei gas nobili, lì abbondanti. Come tutti ben sanno, i radeq emettono quale scoria del loro processo nutritivo un gas rarissimo nel sistema solare, il radeqeon, che possiede il potere di attivizzare e potenziare l'imago interiore che ciascuna creatura vivente ha di se stessa. L'imago, per capirci, è quell'essenza pura e selvaggia, peculiare di ciascun individuo, che non accetta alcun condizionamento. Insomma è quella parte psichica e sfrenatamente soggettiva, caratteristica di ogni creatura vivente, anteriore e superiore ad ogni tipo di condizionamento esterno.
- Questo lo sappiamo già - fa l'intervistatore, seccato.
- E allora non mi rompa le sacche genitali! - scorreggia il gioviano e si allontana, inseguito dal giornalista che, armato di microfono e di qualcos'altro, lo insegue per i corridoi della stazione.
A questo punto raggiungo prima l'acme della depressione, poi quello della rabbia. Precipitandomi da una stanza all'altra spengo i diabolici televisori, li riduco al silenzio.
Mi sommerge l'obnubilante, vertiginosa sensazione che da qualche parte, nel mio appartamento, debba sopravvivere una donna.
Anzi, ripensandoci, ne sono certo.
Si tratta di mia moglie!
Dove si sarà annidata?
Cerco faticosamente di aprirmi un varco tra cataste di radioline e televisori di ogni tipo e dimensione, a colori e in bianco e nero, ognuno dei quali dotato di tutti i canali possibili e immaginabili.
Dietro di me, proditoriamente, un televisore entra in funzione. Sono tutti automatici, ora ricordo, e regolati per accendersi solo sui telegiornali e giornali radio di tutto il sistema solare. Questo è abilmente nascosto all'interno di una pila compatta di registratori e videotape già distrutti e ridotti a un mucchio di detriti informi nel corso di una razzia da me effettuata pochi giorni orsono.
Il maledetto vomita notizie a tutto spiano. Mi giro furente, alla sua ricerca. Ascolto la voce flautata dello speaker:
- ...l'ho riacchiappata, eh, signor Trsg! Adesso o continua l'intervista o le scarico addosso tutto il caricatore di questa pistola.
- Mi oppongo fermamente! Le Convenzioni Interplanetarie...
Si ode un colpo di pistola, seguito da uno scoppio. Evidentemente una delle sacche di gas componenti il corpo di Trsg è esplosa.
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