Cammina lento e maestoso, facendo emergere dalla nebbia parte dei suoi arti, si ferma, gira con sognante grandiosità, poi scompare per sempre dietro l'angolo...
Cosa lo attende? Com'è il mondo per lui? Forse, un luogo di buio totale dove ciò che è liscio si alterna a ciò che è scabro, ciò che è morbido a ciò che è duro, il caldo al freddo, l'umido al secco.
Cieco e privo di sensi, egli barcolla nel mondo...
Ma che penso? Magari egli procede dritto per la sua strada, come dev'essere giusto e inevitabile per lui. Forse oscuramente perduto dentro se stesso è come un dio che non ha bisogno di alcuno per esistere. Tutte le sue sensazioni vengono concentrate ed analizzate da quell'unico, onnipotente senso che è il tatto.
Onnipotente perché unico.
E su quelle poche, e pur sempre varie sensazioni, si scatenerà la sua divina di creatura diversa che potrà plasmare in centinaia di modi differenti e affascinanti il suo mondo. Un mondo che esiste perché si può toccare. Tanto più solido e concreto perché si può solo toccare.
Dalla finestra individuo un immenso radeq che galleggia nel cielo della città, simile a una trasparente, aerea medusa.
La condizione umana ci andava stretta. Si era pensato di aprire nuove strade nel territorio ancora inesplorato d'una realtà forse senza limiti ma non ancora percepita dall'uomo. Si era pensato di spostare un po' più in avanti i limiti della nostre capacità conoscitive.
Una meta degna di essere perseguita, si pensava.
Ma per quanto mi riguarda, ormai è evidente, rappresento un vicolo cieco, una strada da scartare.
A che serve avere l'esatta, minuziosa percezione d'ogni cosa?
Solo a distruggere la fantasia, l'unica potenza della mente capace di immaginare e reinventare continuamente la realtà senza doverla sempre passivamente accettare e subire.
Così adesso penso che un sogno, grande e confuso, è sempre preferibile e più soddisfacente di una realtà anatomizzata nei minimi inutili particolari. E penso che forse sarà quella creatura dall'aspetto così inumano a indicare la via giusta, e porterà a realizzare la Condizione Ottimale dell'Uomo.
Io invece continuo rapidamente a impazzire nel delirio interminabile di sensazioni. Tutte le cose del mondo, tutte le creature dell'universo vogliono un posto dentro di me. Tutto e tutti lanciano messaggi ed i miei sensi... un universo intero arde dal desiderio di comunicare...
Ma la mia mente non è pronta e io, chiunque io sia, non accetto, non so che farmene di questa miriade di dettagliatissime e inutili informazioni. Perché tutto è dolore e insoddisfazione, e sono costretto a percepire il lamento delle piante e delle erbe che vorrebbero muoversi sulla terra, il dolore dei pesci che non possono tuffarsi nei venti del cielo, l'orribile desiderio di quattro miliardi di uomini che anelano ad annullarsi nella morte...
Così corro e impazzisco sotto il martellante turbinio di messaggi, di stimoli e sensazioni e l'onda infinita del mondo che pulsa possente mi sommerge mi aggredisce fin nella parte più intima di me, e la mia mente incapace di mettere ordine in questo continuo violento mareggiare vacilla e vacilla e vacilla...
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