Ironia, toni da commedia e leggerezza non mancano in questo film anche la spettacolarità è sempre temprata dall'elemento umano. Certo ci sono anche alcuni momenti eccessivamente mielosi, ma questo non toglie valore o spessore al tono complessivo della narrazione in un film eccezionalmente solido e compatto, in cui la forza visiva delle immagini imprime nello spettatore l'idea di uno spettacolo dall'atroce bellezza e dalla potenza orrorifica. New York coperta dai ghiacci, la razza umana minacciata dall'estinzione vengono sublimate nella visione dall'alto della Stazione Spaziale Internazionale da cui gli astronauti guardano - nel silenzio del cosmo - il caos cui è sottoposto il loro pianeta. Quiete eterna e distruzione, amore e speranza, fede e rabbia sono i tanti sentimenti che vivono i personaggi del film. In più, però, l'elemento politico determina nello spettatore un senso di forte inquietudine, nel vedere il proprio mondo oltraggiato dallo smog, dallo sfruttamento irrazionale e carico di cupidigia delle risorse, dalla crassa indifferenza dei politici alle tematiche ambientaliste e animaliste.
L'alba del giorno dopo - The Day After Tomorrow è un grande film di fantascienza perché pur usando tempistiche accelerate e iperboli narrative e visive, racconta uno scenario possibile se il nostro presente non vedrà nascere una nuova coscienza dell'ecosistema del mondo in cui viviamo.
Un 'J'Accuse' contro Bush e soci potente e interessante, in cui pur intrattenendolo Emmerich cerca di spiegare al pubblico cosa potrebbe accadere se il mondo restasse quello che è, così come lo conosciamo. Parlando del giorno dopo domani, il regista di Independence Day ci fa riflettere sul nostro presente e sulla nostra attuale condizione di cittadini e consumatori di risorse. Come ogni buon film e regista di fantascienza dovrebbero potere fare...
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