L'etica della conoscenza
Roddenberry, dunque, propone le vicende di un'astronave e del suo equipaggio, impegnati in un viaggio pionieristico di esplorazione verso l'ignoto, nell'intento di scoprirne i segreti - e di conoscere meglio se stessi - ma non allo scopo di conquistarlo e affermare irrevocabilmente e senza sfumature la propria identità superiore: in questo sta la profonda differenza tra Star Trek e il western classico, da cui pure la serie eredita lo schema della carovana - l'Enterprise - lanciata in spazi sconfinati e sconosciuti - nello specifico, verso le stelle . Se c'è qualcosa che l'equipaggio di Kirk vuole è comprendere e lasciarsi comprendere dagli altri. A tale proposito, non si può fare a meno di notare il mutamento dell'immagine dell'altro, quale seconda e fondamentale innovazione introdotta dalla creatura di Roddenberry. Nella stragrande maggioranza dei casi, l'alieno è antropomorfo e questo dipende dalla necessità di semplificare e risparmiare: all'epoca gli effetti speciali non godevano dell'apporto della grafica computerizzata ed erano, pertanto, ancora prettamente meccanici, quindi lunghi da realizzare e costosi, per cui un attore con trucco e costumi adatti fungeva più facilmente allo scopo.
Nella serie classica è stata fatta di necessità virtù e la similitudine di forme fisiche con l'alieno simboleggia anche una pari dignità intellettuale e culturale. Dunque, diversamente dal western e da numerosi film di fantascienza degli anni cinquanta, l'altro non è più un nemico, insignito di caratteristiche sostanzialmente negative, da combattere per forza; piuttosto, è proprio la sua diversità a renderlo interessante, perché fonte di conoscenza. Ed è attraverso la conoscenza reciproca che si sviluppa una pace duratura. In questo frangente, emerge la dimensione propriamente etica della Prima Direttiva: il rispetto a oltranza per ciò che è diverso dai protagonisti deve essere mantenuto anche a costo del proprio sacrificio.
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