- Dove abiti?
- A Verona.
- C'è l'Adige a Verona - disse il vecchio.
- E con questo?
- Io starei lontano dai corsi d'acqua.
Il cameriere si fermò dall'altra parte delle macerie e si voltò verso il vecchio.
- Potrebbero risalire i corsi d'acqua - concluse il vecchio.
- Credi, credi che torneranno? - chiese il cameriere.
- Una fame così non dura solo una sera - disse il vecchio. - Credo che usciranno il tardo pomeriggio, come ieri. Se non viene nessuno a prenderci in mattinata è meglio andare via.
- Come si fa con tutte quelle...
- Vecchie - disse il vecchio. - E' un problema.
Mentre i due parlavano vidi un ricettario da cucina a terra. Lo raccolsi. Erano schede sul modo di cucinare il pesce. Ogni scheda un pesce, con disegno e ricetta. Lo sfogliai.
- Eccolo qua - dissi quando vidi il calamaro. - Calamari ripieni. Ai calamari togliete la penna dorsale, gli occhi, il becco situato tra i tentacoli e senza romperla la sacca dell'inchiostro. Spellateli e lavateli. Preparate un ripieno composto dai tentacoli tritati, capperi, aglio, prezzemolo e mollica di pane. Riempite con il ripieno le sacche dei calamari richiudendole con uno stuzzicadenti e del filo. Ponete i calamari in una pirofila, infornate...
Il cameriere e il vecchio mi guardavano con la bocca aperta.
C'è un casino quassù sulla terrazza e nessuno è d'accordo con gli altri. Comincio a pensare a cose concrete: andare a nord, tenermi lontano dai corsi d'acqua, stare su posti alti dopo le quattro del pomeriggio.
Dani sta giocando con una borsa di nylon. Mi sembrerebbe di veder arrivare Willy da un momento all'altro, e Carla e Caterina... Caterina, dio.
Il 23 luglio era ieri e nemmeno dirlo a alta voce mi pare possibile.
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