Quali sono stati i problemi più difficili da superare?
Forse il momento più difficile è nato proprio dopo la realizzazione del film quando ho cercato di dargli visibilità e ho dovuto fare i conti con un mercato di distribuzione inesistente.
Space Off dopo il Festival di Venezia ha vinto il Nastro d'Argento 2002 e il Capri-Hollywood Award 2002, nel 2003 è stato l'unico corto italiano in competizione al Tribeca Film Festival di Robert De Niro, ed ha partecipato all'Interfilm Berliner, al Future Film Festival di Bologna, al Napoli Film Festival, a Bellaria, ad Arcipelago ed al Fantafestival di Roma dove ha vinto come miglior corto del 2003 infine ha partecipato al Science Plus Fiction della Cappella Underground di Trieste.
Sembra assurdo ma, nonostante tutti questi riconoscimenti, e benché Space Off giochi con il genere più classico delle produzioni hollywoodiane, e pur avendolo girato in lingua inglese, e anche se è stato ben accolto dal pubblico nelle proiezioni dei festival, in quanto corto ha trovato difficoltà ad essere distribuito.
Dopo aver cercato invano la distribuzione in sala, e dopo aver rifiutato le proposte economiche indecenti dei canali televisivi tematici delle multinazionali in Italia e di Bockbuster (che addirittura lo voleva gratis) ci siamo inventati una distribuzione alternativa al circuito dell'home video, ed è la prima volta che un cortometraggio viene distribuito in Italia in DVD attraverso una rete di negozi di fumetti www.starshop.it.
Nel DVD, grazie ai contenuti speciali quali il "Making of" e la "Picture Gallery", è ancora più evidente quanta dedizione e quante competenze sono state coinvolte nella realizzazione film che ha richiesto più di un anno di lavoro, dalla sceneggiatura fino alla copia in 35mm.
Fino a che punto sono importanti gli effetti speciali nel vostro progetto?
Il design, la progettazione e la produzione dei complicati effetti speciali del cortometraggio di fantascienza Space Off è stata completamente concepita e realizzata in Italia dal regista Tino Franco e dai designers Tommaso Ragnisco e Marco Flore della Mad Pot Film Design Studio.
Con Tommaso ci siamo sempre trovati d'accordo su concetto che gli effetti speciali devono essere sempre al servizio e in funzione della storia.
Lo stesso Tommaso che ha progettato l'astronave Centauro con disegni in pianta e prospetto, ha voluto sezionare la sua astronave che nel film è descritta con inquadrature che non ne esaltano la forma e tutto questo pur di rimanere coerenti con il concept del film che voleva restituire un immagine frammentata dello spazio.
Il film è stato girato a Roma negli studi Nel Blu Dipinto Di Blu dove sono state costruite le scenografie dello spacelab e del cockpit dell'astronave Centauro.
E' stato costruito un blu-screen di 7 metri per 4, illuminato con luce diffusa da lampade fluorescenti.
La miniatura dell'astronave Centauro è lunga 2,70 metri per un rapporto di scala di 1:200. E' stata progettata disegnando prospetti, piante, sezioni e maquette fino alla costruzione della miniatura in legno, plastica, multipli in resina stampata e piccoli pezzi da kit da modellismo.
Le luci dei finestrini della Centauro sono state ottenute attraverso uno speciale foglio luminescente alimentato a batteria.
All'interno della miniatura sono stati collocati due motori da 12 volts con potenziometro per la rotazione dei moduli abitativi adibiti alla riproduzione della forza gravitazionale.
Prima di girare si è proceduto ad effettuare diversi test fotografici per studiare la fotogenia dell'astronave in previsione delle riprese.
Le spettacolari riprese dell'astronave Centauro sono state realizzate su green-screen con l'ausilio dell' Interactive Motion Control dell'SBP che ha permesso di ripetere più volte, ed esattamente, lo stesso movimento di macchina sulla miniatura dell'astronave. Così per ogni inquadratura si sono girate multiple esposizioni ed ogni volta si è regolato il diaframma dell'obiettivo per una diversa fonte luminosa da riprendere sulla scena.
In post-produzione è stato possibile compositare tutti questi livelli insieme, aggiungendo matte-paint del pianeta terra ed elementi dell'astronave in primo piano.
La sequenza dell' animazione della sonda RT Prob che penetra nell'atmosfera di Marte e affonda nella crosta del pianeta è stata progettata da Tommaso Ragnisco e Cristina Croce che si sono ispirati alla caduta di un seme di un albero che frena la sua discesa con una pala come fosse un elicottero e si va ad impiantare nel terreno.
Dopo la sua progettazione abbiamo scoperto che ora vi sono degli studi simili da parte della NASA sulle sonde che dovranno esplorare il sottosuolo di Marte.
L'animazione è stata realizzata in tecnica mista con l'utilizzo di Rinoceros per la modellazione tridimensionale della sonda, 3D Studio-Max per l'animazione ed il rendering ed il landscape è stato realizzato con una ripresa di un plastico in miniatura del pianeta.
L'animazione è stata realizzata in tecnica mista con l'utilizzo di Rinoceros per la modellazione tridimensionale della sonda, 3D Studio-Max per l'animazione ed il rendering e riprese di plastici in miniatura del landscape del pianeta.
La post-produzione è stata effettuata presso Frame By Frame che ha messo a disposizione il sistema di compositing digitale Flame della Discreet ed ha realizzato la sigla del telegiornale con Adobe After Effects e Softimage.
Per quanto riguarda l'audio vi prego di fare attenzione al lavoro sui larsen (le distorsioni audio) ed i delay (i ritardi delle comunicazioni) che è stata una parte del lavoro sull'audio da parte di Claudio Bresciani di Cat Sound.
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