Era un mondo bellissimo e molto simile alla Terra, abitato da una specie praticamente uguale alla nostra... poi esplose: cattivo uso dell'energia atomica, ovviamente. Gli asteroidi ne sarebbero i rottami residui. Appurata la causa, le ulteriori "testimonianze" divergono: secondo alcuni, quel quinto pianeta si chiamava Minerva; la faccenda venne fuori allorché una spedizione sulla Luna scoprì, presso il cratere Copernico, uno scheletro umano nei resti di una tuta spaziale, e la datazione ne accertò l'impossibile età di 50 mila anni! La storia completa è contenuta nei seguenti Urania a firma di John Hogan: n. 739 (1978), Lo scheletro impossibile; n. 765 (1978), Chi c'era prima di noi; n. 931 (1982), La stella dei Giganti (rispettivamente: Inherit the Stars, The gentle Giants of Ganymede, Giants' Star). Dico che le testimonianze sono contrastanti, perché in verità molti anni prima la medesima tragica odissea, ma con differenti dettagli e personaggi, era stata raccontata dall'italiano L.R. Johannis (pseudonimo di Luigi Rapuzzi) nei seguenti due Urania: n. 41 (1954), C'era una volta un pianeta..., e n. 110 (1955), Quando ero aborigeno. Probabilmente le divergenze non verranno mai risolte; sta di fatto che esiste un'antica leggenda secondo la quale un pianetino, l'Asteroide 787, sarebbe infestato da fantasmi. Si racconta che gli astronauti che transitano nelle sue adiacenze colgano voci, sussurrii, lamenti, richiami, che narrano eventi sanguinosi e strazianti del pianeta autodistrutto: un'esperienza talmente intensa che può condurre alla follia (riportato da Ray Bradbury in Asleeping in Armageddon (1948); Addormentato in Armageddon, in Grandi Opere Nord n. 7, 1981). Nel vuoto quindi non solo ectoplasmi di pianeti, anche di esseri viventi...
Ma probabilmente il pianeta-fantasma più inquietante ricorre in almeno un paio di "resoconti", anche qui con dettagli non coincidenti. Uno d'essi è Dimensioni parallele, telefilm della serie Ai confini della realtà ideata da Rod Serling; l'altro è il film Doppia immagine nello spazio del regista Robert Parrish (1969). La sostanza è la seguente: pochi sanno che al di là del Sole esiste un pianeta, gemello perfetto della Terra, che segue la nostra stessa orbita. Non possiamo vederlo perché nascosto dall'astro, ma alcuni spaziali lo hanno visitato: è un mondo speculare dove le persone sono nostri sosia (o forse siamo noi i loro). Unica differenza: se uno di noi muove la mano destra, il "doppio" del mondo gemello muoverà la sinistra: tutto vi è invertito, ma identico... Peccato che l'ultimo superstite di quella spedizione spaziale sia impazzito.
Infine, circolano dicerie e relazioni sulle cosiddette Scogliere, scoperte dall'astronave Columbus munita di razzi a ioni di idrogeno. L'astronave era stata inviata oltre il Decimo Pianeta, alla scoperta di un ipotetico Undicesimo: a 20 miliardi di km. dal Sole, la Columbus individuò invece le inverosimili Scogliere, un panorama da incubo formato da foreste di alberi simili a coralli, metalli strani, fiori vetrificati. Materiali che altro non erano se non scorie prodotte dai Fusori, organismi monocellulari che vivono nello spazio fondendo atomi di idrogeno e generando energia (vedasi in: Frederik Pohl e Jack Williamson, The Reefs of Space, 1963; Starchild, 1964; Rogue Star, 1968; nei Classici di Urania nn. 286, 296, 392, rispettivamente: Le scogliere dello spazio, Il fantasma dello spazio, Stella solitaria).
Ma in definitiva: sono dieci o in numero maggiore i mondi ruotanti attorno al Sole? A nostro avviso certamente dieci, non di più; per il resto si tratta senza alcun dubbio di dicerie, fantasie, aberrazioni. D'altronde "10" è un numero speciale, perfetto, completo, che soddisfa una... psicologia da sistema decimale. Se sommate i primi quattro numeri (1+2+3+4: la cosiddetta Tetrade) ottenete appunto 10. Una cifra che nella aritmosofia (scienza del simbolismo dei numeri) rappresenta, guarda caso, la Totalità Cosmica. Il Decimo Pianeta dunque c'è, o meglio: è necessario. Se non ci fosse, prima o poi occorrerebbe fabbricarlo...
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