Mirtilli e conigli
Fatta eccezione per la costanza del colore rossastro del suolo e di quel cielo a metà tra il rosa e l'arancione, l'area intorno a Opportunity si è presentata come una grande pianura liscia e dolce, con rocce molto più piccole e una distesa di sabbia fine. Ma anche qui, Marte non ha tardato a mostrare la sua natura enigmatica e, osservando il suolo in modalità "macro", Opportunity ha individuato la presenza di strane sfere piccole come mirtilli, immerse nella sabbia fine o inglobate nelle rocce.
Manco a dirlo, la prima cosa che gli scienziati della NASA si sono sentiti chiedere in conferenza stampa è stato se queste curiose formazioni potessero essere fossili di organismi viventi. La risposta è stata no. Fin da subito gli scienziati e i geologi sono stati più propensi a ritenere che queste palline fossero di matrice puramente geologica, create dall'acqua o prodotte da attività vulcaniche finché il 2 marzo scorso la NASA ha annunciato che le prove di una presenza di acqua nel passato di Marte sono pressoché inconfutabili, citando tra le altra cose proprio queste piccole sfere che sarebbero state prodotte proprio dall'azione dell'acqua.
Per giungere a questo straordinario risultato Opportunity ha cercato soprattutto la presenza di ematite (FE2O3), un ossido di ferro molto comune sulla Terra (in Italia sono famosi i giacimenti di Rio Marina all'Isola d'Elba), analogo alla ben nota "ruggine rossa", ma con diversa struttura cristallina, la cui formazione sarebbe difficilmente spiegabile in assenza di H2O. Infatti quando ferro e acqua vengono a contatto, l'ossigeno dell'acqua si lega al ferro facendo precipitare gli ossidi in cristalli di ematite.
Già nel 1998 la Mars Global Surveyor aveva individuato un'estesa area che sembrava mostrare una ricca presenza di ematite e Opportunity non ha impiegato molto a individuare con il suo spettrometro una zona vicino al punto d'atterraggio con una concentrazione di ematite particolarmente elevata. Senza contare che, dopo un'analisi spettroscopica più approfondita, anche le già citate misteriose sfere si sono rivelate essere piccole formazioni composte proprio da ematite. Così, dopo le osservazioni della Mars Express e le analisi di Opportunity, pare che almeno l'interrogativo "acqua su Marte" sia stato definitivamente risolto anche per i più scettici. Ma a volte il Pianeta Rosso si diverte a creare interrogativi ai terrestri solo per il gusto di farlo. E' il caso dell'immagine ripresa da Opportunity intorno alla metà di marzo nella quale, nel bel mezzo della distesa rossastra, fa mostra di sé qualcosa che non sembra far parte del paesaggio naturale. Una cosa che per forma, colore e caratteristiche, gli scienziati hanno subito battezzato "coniglio", ma che a loro giudizio deve trattarsi per forza di qualche residuo di tessuto o di isolante staccatosi dalla sonda durante l'atterraggio e trasportato dalla sottile brezza marziana. Non certo della versione marziana di Bugs Bunny! E intanto abbiamo già iniziato a inquinare anche Marte...
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