Come guarda oggi all'esperienza di Superman?
E' stata molto dolorosa: è stata la prima volta in cui ho lavorato per oltre un anno a qualcosa che poi non si è mai realizzato. E' una specie di cicatrice che mi porterò ancora dietro per qualche tempo. A differenza di Batman, per il quale avevo seguito l'idea di esplorare il lato oscuro del personaggio, volevo seguire una via completamente nuova. Volevo fare qualcos'altro.
Poi che cosa è successo?
Sarebbe meglio chiederlo alla Warner Bros: probabilmente qualcosa non ha funzionato tra me, lo Studio e il produttore. E' meglio che non sia andato in porto, perché sarebbe stato un incubo. Dal loro punto di vista è stato un atto di paura, mentre il cinema può nascere solo dalla passione.
Alla fine, però, le sue scelte di un cinema originale sembrano non pagare. Non è stato nominato nemmeno ad un Oscar con un capolavoro come Big Fish...
Non è per questo motivo che faccio film. Credo che le scelte artistiche debbano rimanere tali per non perdere anche quell'ultimo briciolo di purezza che è necessario quando fai questo lavoro. Sono cresciuto guardando film di serie B e quindi l'Oscar è qualcosa cui non penso mai e in cui - sinceramente - non spero...
Come sceglie i suoi progetti?
Tendo a non accumularli, perché voglio sempre dimostrare grande passione nei confronti della storia cui mi sto avvicinando. Non mi interessa avere cose da fare tra due o tre anni quando non saprò che cosa mi potrebbe dire una certa storia rispetto ad un'altra. Non mi piace trascinarmi dietro a lungo delle idee che quando hai portato a compimento ti lasciano completamente svuotato.
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