Lei scrive racconti brevi...
Sì, piccole storie che mi aiutano a pensare. Mi piace rilassarmi mettendo a fuoco qualche elemento in maniera creativa. A differenza del cinema scrivere mi consente di relazionarmi con la creatività in maniera più intima, personale e gratificante. Serve un po' a riconquistare un equilibrio personale...
In una puntata di Star Trek un personaggio dice: "la verità è un alibi per la mancanza di immaginazione". Cosa ne pensa?
Davvero? Dicono questo in Star Trek? Ecco perché molte persone considerano Star Trek come una religione e - a differenza di tante moderne religioni - ha ancora più senso. Vede, io credo che alle volte l'immaginazione e la fantasia rappresentino quasi un dovere. Non sono mai stato bravo in matematica, perché - in genere - la matematica richiede sempre un'unica soluzione. Personalmente ho sempre stimato molto i maestri che sapevano insegnarmi a trovare più soluzioni per problematiche differenti. Credo che questa sia una maniera più interessante e sana di insegnare: pensare, stimola la creatività, a guardare le questioni della vita da diverse angolazioni. Il fantastico serve a diventare persone in grado di guardare alla vita in maniera diversa e più articolata, a sfuggire una visione unilaterale della realtà. Quando ho visto Frankestein per la prima volta mi sembrava un'allegoria della cittadina dove vivevo io in California. Credo che la fantasia possa insegnare molto riguardo alla realtà e che paradossalmente possa risultare perfino più 'realistica' ed accurata. La fantascienza e il fantastico mi hanno sempre parlato ad un livello molto realistico. La verità biografica stessa è spesso sopravvalutata: come possiamo noi avere un'idea esatta di alcuni avvenimenti del passato? Credo che ci sia sempre una sorta di revisionismo. In un certo senso le libertà che il fantastico concede ci avvicinano di più al senso della verità rispetto ad alcune ricostruzioni. Le stesse notizie di oggi vengono presentate in forme differenti...
Cos'è per lei la fantasia?
Non posso darne una definizione univoca, perché quello che mi interessa è un'altra cosa, la contrapposizione tra realtà e fantasia. Sono più attratto dai confini molto sottili tra le due cose: spesso quello che viene percepito come realtà è fantasia, mentre quello che può sembrare fantasia è la realtà. La fantasia è un'esperienza che fai ogni giorno ma a me, ripeto, interessa molto di più la linea di confine tra le due percezioni.
Il vero realismo è quello che nasce sulla linea di confine. Credo che la realtà per sua natura stessa sia molto elusiva...Sono sempre stato attratto dal potere della percezione.
E' una sorta di negazione dell'oggettività...
No, direi piuttosto un suo ridimensionamento. C'è una zona di Washington in cui da sempre alcuni edifici storici sono tutelati dal Comune obbligando gli abitanti a determinati colori e toni Qualche tempo fa si è scoperto che i colori originali non sono quelli pallidi di oggi, bensì di natura molto più sgargiante. Questo ha gettato in crisi la comunità che anziché proteggere la memoria, ha tutelato una truffa o - quantomeno - un errore storico. Trovo tutta questa situazione molto significativa e divertente...
Quando lei ha girato i primi due Batman era solo. Adesso i cinema traboccano di supereroi....
Mi considero fortunato per avere lavorato a qualcosa di unico in un momento storico in cui ero solo a farlo. Adesso tutto è diventato un cliché al punto che ci viene sospirare al pensiero dei bei tempi andati quando i supereroi svolazzavano felici in biancheria intima luminescente. L'unica cosa da chiedersi è quanti altri personaggi torturati e dotati di superpoteri dobbiamo aspettarci ancora da Hollywood...
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