Per andarsene si trasformò in pipistrello, ma nessuno ci fece caso, tra luci stroboscopiche, video e un pezzo di Sade, che ci azzecca sempre in sottofondo.
Castrocionco Dauno, il giorno dopo
Sculli e Moldèr si precipitarono a casa dell'assessore vampiro sotto una pioggia battente.
- Troppa acqua - borbottò il tipo della mala cittadina assoldato per scassinare la porta. - Non fa bene alla terra.
- Voialtri agricoltori non se' mai contenti - lo rimbeccò Moldèr.
- Agricoltore a chi? - Lo scassinatore se ne andò offeso.
- Ma scusa ti - gli disse dietro Moldèr - che c'è di brutto a essere agricoltore?
- E certo, veneto ignorante che non sei altro! - si intromise Sculli. - Lo capisci che qua si sono rotti la schiena per secoli in campagna? Logico che mo' se la prendono quando li chiami agricoltori. Gli fai ricordare un incubo.
Intanto l'incubo attendeva loro. Ciccuzzi addormentato tra le partecipazioni di nozze che doveva ancora compilare con gli indirizzi degli invitati. Sculli tirò fuori il paletto, Moldèr il martello.
- Un colpo secco - lo incitò l'ispettrice. - Non fare il moscio come quando stai con la Simonini Paola.
- Non alludere!
Dalle partecipazioni spuntò Marcella Nardone, la promessa sposa di Ciccuzzi, con le poppe da fuori e non coperte dal lenzuolo come nei film. Peccato che non si vedono per iscritto.
- Uhé, che ci volete fare a Totòre? - strillò.
- E' un vampiro - disse Sculli.
- Non è vero. Non si è frecato neanche una lira da quando fa l'assessore.
- Ma s'è fregàa' sangue in giro - precisò Moldèr.
- Lo so. Me l'ha detto. Soffre di anemia - disse Marcella.
Sculli e Molder si fissarono perplessi.
- E per curarsi succhia il sangue di ragazze vergini? - controbatté l'ispettrice del Nucleo XL.
- Mica è ricchione, che gli piaciono i maschi. E le vuole vergini così è sicuro che non si abbusca l'AIDS.
- E lei, signorina? - interloquì Moldèr.
- Io non tengo l'AIDS, ma non sono vergine manco per un cazzo. Perciò non ci sta pericolo. Lasciate perdere a Totòre.
- Ma così sarà libero di mordere altre disgraziate - protestò Sculli.
Marcella posò una mano sul ventre obeso di Salvatore Ciccuzzi, vampiro dal 1462: - A questo qua ce la faccio mettere io la testa a posto.
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