All'ingresso dell'ospedale li attendeva un dottore in camice con macchioline rosse e semi di pomodoro: sugo, non sangue. Si presentò: - Piacere, De Cioffredo. Dovete scusarmi, sono fresco di laurea.
Sculli guardò le tempie grigie e la calotta pelata del medico: - Vi dovete essere laureato fuori corso.
- Un poco - ammise lui. Condusse i due del Nucleo XL nell'obitorio, dov'erano allineati dei cadaveri coperti. Scostò il lenzuolo sul primo. Sculli e Moldèr lo esaminarono e passarono agli altri.
Dopo il quinto cadavere, Moldèr disse al dottor De Cioffredo: - Ma tutte queste ragase, poaréte, non si usa più che le stan nude?
Sculli gli sferrò un calcio negli stinchi: - Porco! Ce lo dico a Simonini Paola da Rovigo!
- Per piacere - la calmò il dottore. - Qua il fatto è preoccupante. Tutte 'ste 'uaglione sono vergini e morte dissanguate, con due segni di zanne sul collo. Senza farla lunga, ci sta un vampiro. Io non capisco quando che nei telefilm nessuno ci vuole credere. Che caspita, lo sanno pure gli scemi che questi morsi li fa Dracula.
Sculli, che aveva il compito di ridimensionare la portata paranormale dei casi, riprese il controllo di se stessa, e con un peto in sordina disse al medico: - Dove sta scritto che il vampiro in questione si chiama Dracula? Può essere Colapietra, Mastromatteo, Petracchioni o un qualunque cognome del posto. Vedete la distanza tra i buchi dei denti? Indica un'arcata dentale tipicamente locale. Il vampiro è indigeno.
- L'avete controllato col compiùter? - si informò il dottor De Cioffredo.
- Mi regolo sui succhiotti che mi faceva uno di qua quando che stavamo assieme.
Moldèr sbadigliò: - Bon. S'è un po' tardino per continuare le indagini. A che albergo s'è prenotàa'?
Sculli gli mollò un buffetto dal suono di uno sganassone di Bud Spencer: - Morto di sonno! Non vi volete imparare, voi del nord, a farvi una pennichella di tre ore al pomeriggio? I vampiri si muovono di notte, e se non lo prendiamo mo', quello è capace che dissangua un'altra poveretta.
- Speriamo che poi almeno la metton nuda...
Castrocionco Dauno, ORE 0.20
Sculli e Moldèr uscirono nella notte pervasa di strane foschie. Erano i fumi di scarico degli aspiratori che si sprigionavano dai numerosi pub aperti fino a tardi.
- Ma qua non dorme nessuno? - inquisì Moldèr.
- Mica domani mattina devono andare tutti a lavorare come nel triangolo del nord - est. - Sculli non dissimulò l'amarezza. - Al sud i giovani stanno disoccupati e si preoccupano tutta la santa giornata. Tengono diritto o no a un poco di distrazione la sera?
Le strade di Castrocionco, disseminate di voragini da pessima manutenzione, erano piene di auto di grossa cilindrata, ragazzi e ragazze dai vestiti firmati, Swatch e catenine d'oro che a guardarli da capo a piedi ti veniva di fare una stima del budget.
- E i soldi per 'sta roba? - domandò Moldèr.
- La mancia settimanale, no? Da noi la famiglia serve a qualche cosa.
Si infilarono nel primo pub.
Kafard Club, ore 0.30 e segg.
- Stiamo cercando uno con la faccia pallida che fa la ricotta a qualche ragazza dell'aria di verginella - spiegò Sculli a Moldèr.
Il brigadiere si guardò attorno, stordito dalla musica techno ad alto volume. Vide solo tipe in tiro, che fumavano, bevevano birra e accavallavano le gambe. Alcune, per non sprecare tempo, pomiciavano in grembo ai ragazzi.
- A me paron tutte scostumate - commentò Moldèr. - Fortuna che ci ho la Paola.
- Ti lasci ingannare dalle apparenze - insorse Sculli. - La ragazza pugliese è fondamentalmente onesta. Questa è solo emancipazione. Mo' offrimi 'na birra e patatine col ketchup.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID