Mehmed II lo accolse nella sua tenda ricamata d'oro, che veniva sciacquata da un orefice e se qualche secolo dopo fosse stata messa in lavatrice avrebbe sfasciato il cestello.
- Salvatore - esordì severamente il sultano - tu mi sei stato raccomandato da Bartolomeo Colleoni in persona, ma visti i risultati della tua consulenza, ho il sospetto che quel cognome sia più che meritato.
- Coglioni non indica la stupidità, ma le palle che ha avuto a raccomandarmi - gli assicurò Salvatore. - Io vi garantisco che con il mio piano, batterete Dracula. Ricapitoliamo i fatti - fece con un piglio da Perry Mason. - Dracula ci attira in trappola e noi fingiamo di caderci. Allora lui viene a vedere che cazzo ci facciamo, in trappola. E ci cade lui.
In quell'istante, il figlioletto di Salvatore gridò: - Mamma, li valacchi!
Stavolta la donna non lo redarguì. Al contrario, gridò pure lei. Dalla foresta erano spuntate le orde di Dracula.
- Che vi dicevo? - commentò trionfante Salvatore con il sultano. - Adesso non vi resta che dare uno sfregnatone al nemico. Con permesso, torno in ufficio.
- Kaziku Bey! - urlavano i turchi terrorizzati. Significava "il signore Impalatore". La forza della suggestione: Dracula si limitava a cavalcare contro i turchi e questi già si sentivano prudere il culo. Per salvarselo, reagirono con lo stesso impeto di una squadra di calcio sotto di un gol che rischia la retrocessione. Marcatura a uomo, colpi scorretti e falli assassino, tanto più se inferti con lame più affilate delle loro discendenti, le lamette da barba.
Quando uomini e cavalli iniziarono a scivolare sul sangue che scorreva a fiumi, Dracula tuonò: - La ritirata uomini!
I valacchi indietreggiarono, subito incalzati dal principe: - Dove correte, codardi?
- Ma, signore - replicò uno - ci avete ordinato di ritirarci.
- Volevo sapere dov'è la ritirata uomini in questo accampamento.
Fu concordata una tregua per consentire a Dracula di sbrigare l'incombenza. Episodio non riportato nelle cronache ufficiali di quella che venne ricordata come "la notte del terrore".
Nella ritirata dell'accampamento turco c'erano, manco a dirlo, i bagni turchi. Tutti intasati, tranne uno, con la porta chiusa.
Dracula, che per quanto impalatore era pur sempre un principe, bussò educatamente.
- Occupato - rispose da dentro Salvatore.
Il tempo passava e le viscere di Dracula fremevano, in tutti i sensi. Alla fine si sentì uno sciacquone e Salvatore uscì con un rotolo sotto braccio.
- Ci hai messo tanto! - ruggì Dracula.
- Embè? Io quando vado al cesso mi leggo sempre qualche cosa - ribatté Salvatore, mostrando all'Impalatore il rotolo pieno di figure spinte.
- Insolente! - urlò Dracula. - Io crepavo in corpo e tu ti sollazzavi l'uccello. Dovrei farti impalare.
- Così poi dopo vi processano come criminale di guerra.
Dracula squadrò il temerario pugliese: - Hai ragione. Userò un altro sistema, che al momento riservo solo a pochi intimi. - Gli si avvicinò con le labbra schiuse.
- Vai retro, ricchione! - lo respinse Salvatore.
- Non è il tuo culo che voglio, ma il tuo sangue! - Dracula gli affondò i canini nel collo.
Intervallo (senza pecore e arpa)
Il posto era avvolto da nebbie così cupe e asfissianti che una centralina di rilevamento ecologico sarebbe andata in tilt. Infatti i nove figuri che avanzarono tossicchiavano con una certa insistenza.
- Perché cazzo non eliminano questo smog? - propose uno di loro.
- Se non manteniamo un po' di tono, finisce in una buffonata anche l'aldilà - obiettò un altro. - Già in Paradiso si sono prestati come testimonial per il caffè...
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