Invece ci furono subito problemi, e grossi. All'ora di pranzo Moldèr ricevette una telefonata.

- L'esame è positivo! - disse nell'auricolare Sculli con tono tra il funereo e l'isterico. - E a te?

- Negativo... almeno per ora. Ma lasciamo le mie cose. Siamo a un'urgenza, dobbiamo muoverci immediatamente.

- Per che fare? Fosco, sono terrorizzata! - Raramente lo chiamava per nome. - Morire in quel modo è una prospettiva che rischia di stroncarmi d'infarto ancora prima. Ho ascoltato al tg interviste a medici e biologi di tutto il mondo, navigano nel buio più completo. Che devo fare, Fosco? Aiutami!

- Be'... - disse lui, scosso. - So che l'idea non ti entusiasma ma dobbiamo anzitutto avvisare don Tanino. In fondo è l'unico referente che abbiamo, e a parte certi dettagli non è mica fesso.

- Magari consultare lui fosse il prezzo da pagare per sopravvivere...!

- Aspetta, lo chiamo. - Mise Sculli in attesa. Poco dopo si ricollegò con lei, e in linea c'era anche la voce dell'altro.

- Aaarghl! Signorina, - disse don Tanino - devi fare subito una cosa: un esame con una sonda intestinale. Dobbiamo vedere cosa hai nel pancino. Eventualmente estrarli se ci sono, cercare di ucciderli tutti. Ma non so se sarà possibile - aggiunse freddamente.

- Come? Che vuol dire? - La ragazza era definitivamente confusa. - Fa male?

- Aaargh! Per piccola Sculli, piccola sonda nel colon-retto e oltre. E' bene che ti affidi ad amici competenti: clinica privata Madonna della Madia, a Capurso, pochi chilometri da qui. Massimo riserbo. Lo farai ambulatoriamente oggi stesso, in serata sapremo il risultato e cosa fare per salvare te e la terra intera, magari.

Sculli tacque un po', infine non seppe trattenersi: - Accidenti, don Tanì, da quando ci siete voi di mezzo... - Urlò: - Insomma non ce la faccio più. Il mio culo non ce la fa più!

* * *

Ore 20:30, clinica Madonna delle Madia, Stanza 16.

Tripudio, esultanza, champagne! Degente Loredana Pasculli: esito della retto-coloscopia, negativo. Esame biologico, negativo. Finalmente - pensò Moldèr - in questa storia qualcosa di positivo!

Nella stanzetta (più che altro una fetta di corridoio riattata) oltre Moldèr e la degente, si stipavano attorno al letto candido don Tanino, un paio di medici, il primario dott. Chelino Pipitone, e la faccia di zingaro assatanato di Romualdo 'Rom' Ciardo 'czarda'. Evviva, viva Sculli e le sue sane budella!

- La santa Madonnina della Madia mi ha fatto la grazia - esalò cerea Sculli. - E io terrò fede al mio fioretto, tre volte alla settimana.

- Eh!? Quale! - insorse con voce strozzata Rom czarda.

- Non preoccuparti, amo'. Ehm... cioè... Non mangerò il dolce... - Tacque, improvvisamente color lava incandescente.

Intanto tutti mostravano letizia, tranne una persona col volto rabbuiato: don Tanino, proprio lui. Disse:

- Ovviamente gioisco per te, carissima, benché il risultato ingarbugli le mie ipotesi sul comportamento degli Elicoidi.

Ci stava pensando anche Moldèr. Com'erano arrivati nel sifone di Sculli se non provenivano dal suo intestino? C'era da temere anche per le condutture potabili? Come si trasmetteva l'infezione? La faccenda sembrava rivelarsi ancora più drammatica, al punto che entro pochi giorni poteva scoppiare l'umanità intera! E difatti, nel mondo la gente continuava imperterrita a scoppiare e morire (o morire e scoppiare), e l'epidemia si allargava in tutte le zone tranne - paradossalmente! - proprio le più arretrate. Forse questo morbo orrendo era un altro portato della tecnologia, come era stato ad esempio per la Legionella?