- Fogne di Napoli - 28 29 30 31 ott. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 nov. 2012
- Cappella Sansevero in Napoli - 16 nov. 2012, ore 15.30
Pasculli tacque disorientata. Il capo della Mobile tirò fuori da un cassetto alcuni foglietti scritti, si protese verso Uri Naler e scandì:
- Allora, Cacace: questi sono i tuoi pronostici vecchi, e qualcuno dice che ci hai già pronti quelli del mese prossimo. Che fai? ce li fai vedere, così azzecchiamo qualche milioncino pure noi?
Fogne di Napoli - 28 29 30 31 ott. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 nov. 2012
- Ma che caz...
- Di qua, venite di qua, ché si passa...
In tutto i militari erano duecento, a gruppi di cinque, scandagliavano le fogne. Ci voleva pazienza, fegato, e soprattutto stomaco.
- Ma come fa a crescere 'sta roba qui?
- Taglia.
Avanzavano nella palude underground coi rilevatori, le torce, i laser, ma la cosa che adoperavano di più era il machete. Cresceva una strana vegetazione là sotto, piante mutanti.
- E' passato anche di qua.
- Come fai a capirlo?
- Guardate.
Il militare indicò un gruppo di topi morti che galleggiavano nella merda. A colpi di machete abbatterono gli arbusti beige e raggiunsero i topi morti.
- Asfissiati.
- Prendi la mappa.
Un'altro militare srotolò la mappa idrorepellente delle fogne di Napoli: raffigurava un fittissimo labirinto. Se avesse potuto contare su una metropolitana altrettanto ramificata, la Napoli di superficie sarebbe diventata isola pedonale.
- E' diretto al centro, quel bastardo alieno.
- Strano, avrei scommesso che puntasse al mare.
- Avverto il comando?
- Sì.
Cappella Sansevero in Napoli - 16 nov. 2012, ore 15.30
La cappella Sansevero è la meglio cosa lugubre di Napoli. Uri Naler e i due uomini assegnatigli di scorta, Ciro e Pasquale, discutevano davanti all'ingresso:
- Giuvino', lasciatemi lavorare, io qua dentro mi devo ispirare: comme mi ispiro se voi due mi state addietro pure quando vaco al cabbinetto?
- Sentite, noi ci abbiamo gli ordini - ricordò Ciro.
- Non vi possiamo lasciare da solo - puntualizzò Pasquale.
- Ma qua dentro non ci sta nessuno, venite a vedere...
Entrarono tutti e tre nella cappella, che aveva appena riaperto. Non c'era nessuno, neanche un visitatore.
- Aveto visto?
- Va bene, ma se arriva quaccuno?
- Facciamo così: io devo scendere nella cripta là sotto - disse Uri Naler indicando la scala interna che portava giù, - voi aspettatemi qua sopra, tanto questa à l'unica scala che ci sta. Va bbuono?
I due si guardarono dubbiosi. Poi Ciro occhieggiò al borsone del mago e domandò:
- Ma voi per ispirarvi vi portate appresso tutto quell'aglio?
- Giuvino', chesti so' fatti miei. Ogne mago ci ha il suo sistemo: io addopero aglio, fravaglio e fattura ca nun quaglio. E' chiaro?
- Va bbuono, vi aspettiamo sopra. Però ogne tanto affacciatevi - concluse Pasquale.
- Sennò scendiamo - riconcluse Ciro.
- 'Gnorsì, d'accordo - accettò Uri Naler.
Scese di sotto.
- Bongiorno - disse ai due scheletri metallizzati, orgoglio della cripta. Sono gli scheletri di un uomo e di una donna, in mostra, perfettamente conservati insieme a tutto il sistema circolatorio, nonché cuore e organi interni. Stanno lì da tre secoli, in piedi, uno di fianco all'altro, come due pensionati scuoiati in fila alla posta.
Uri Naler passò oltre, poggiò il borsone, si chinò e prese a tastare il pavimento. Piantò tutte e cinque le dita di una mano in quelle che sembravano cinque macchioline. Si udì un leggero scricchiolìo, stava aprendosi una botola lì vicino.
- Tuttobbene? - gridò da sopra uno dei due agenti di scorta.
- Sì sì! - rispose Uri Naler.
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