- Okkey, fetentone d'un fetentone - sussurrò Moldèr, minaccioso come lo spray che si abbatte sull'odiata zanzara. - Sputa il rospo. E facci vedere dove sta la Motinsugo. Al resto ci pensiamo noi.
Cortemaggiore - Provincia di Piacenza
Lunedì 27 gennaio 1997
Ore 09.09
Purtroppo era occorsa una settimana secca per organizzare l'imponente operazione "Uccidi il Pisarello" (nome piacentino in codice "Masa al Pisarel").I centralini del nucleo XL erano sempre intasati, principalmente di carta igienica in seguito a uno sgradevole caso di contagio caccobiologico; il prode reparto leccese "Tre Ruote Veloci ai Vostri Ordini" era preso dalladisinfestazione di scorie cozziche nucleari; e il gruppo polifonico-operativo piacentino "A gh'è da romp" ("C'è da rompere") era impegnato con le prove dell'Aida al Teatro Municipale.
Moldèr e la Pasculli, dopo avere preso alloggio nella ridente pensione piacentina "Bella Albania" (così risparmiavano sulla diaria e potevano mettere
da parte i soldi per comperarsi il corredo matrimoniale), avevano continuato a fare la spola tra la città e Cortemaggiore. Loredana, constatata la carica dirompente del suo sex appeal non aristotelico in un centro del tutto privo di donne, si era appiccicata un paio di baffi sopra le labbra, aveva stretto le tette sotto un corpetto stile schiantafiato, e portava una tuta da operaio del gas! Le stava benissimo, culo a parte.
I due si erano trasformati in pendolari Piacenza-Cortemaggiore. Per non dare nell'occhio, a Cortemaggiore avevano preso a frequentare il Comune chiedendo una licenza per la raccolta di funghi nelle colline circostanti. Un po'che attorno a Cortemaggiore non c'erano n’ colline n’ funghi, un po' che la burocrazia italiana è lenta, nessuno aveva trovato da ridire sulla loro presenza.
La situazione globale e strategica, ovvero globalmente strategica o strategicamente globale, era chiara: in qualche modo (rio destino? scellerato intervento umano?) dal pastificio Motinsugo era uscita una generazione mutante di pisarei! Gnocchetti piacentini affamati di sesso che avevano sterminato a suon d'orgasmi l'intera popolazione femminile di Cortemaggiore e minacciavano di espandersi a macchia d'olio nell'intero pianeta! L'unica cosa che potesse fermarli era la carne Simmenthal, mortale per le ripugnanti creature abituate al lussuoso sugo di fasò e cotiche...
Moldèr scrutò con occhio critico la maestosa distesa di treruote baresi schierati di fronte al pastificio. Erano i mezzi più veloci a disposizione del nucleo XL, ed erano stati dotati di catapulte giganti cariche di tonnellate di Simmenthal! Sarebbero entrati in azione subito dopo il drastico intervento del gruppo "A gh'è da romp", già appostato sul tetto del pastificio.
Moldèr accese il walkie-talkie d'ordinanza (marca Chicco) e confabulò col tenente colonnello Furbetto Battini, che penzolava a testa in giù dal tetto, appeso a una corda. La sua normale posizione di lavoro! Era un uomo tutto d'un pezzo che aveva consacrato l'esistenza a una nobile missione: fare tutto a pezzi.
- Colonnello, è pronto a intervenire?
- Sa gh'è da romp, a gh'è da romp - fu la pronta risposta di Battini. - Se c'è da rompere, c'è da rompere. - Che uomo!
Moldèr e la Pasculli si avviarono verso la doppia porta a vetri scuri del pastificio. Ormai da una decina di giorni nessuno entrava o usciva più da quel luogo sinistro; l'intera Cortemaggiore temeva per la vita dei poveri dipendenti di Beppe Motinsugo.
A una decina di metri dalla porta, Fosco si sistemò il walkie-talkie sul sedere, giusto all'altezza del taglio fra le chiappe. Per evitare comunicazioni verbali potenzialmente pericolose si era deciso che il segnale per Battini sarebbe stata una potente scorreggia di Moldèr. Il walkie-talkie del tenente colonnello era sintonizzato sulla lunghezza d'onda petale esatta.
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