Per un secondo tutto tacque. Parve che non accadesse nulla.

Poi, da sotto l'astronave scaturì un piccolo sole, fiammeggiò irresistibile e prese ad allungarsi. In realtà era l'immenso scafo che si andava sollevando dal suolo.

L'astroporto fu tutto un bagliore accecante, ma lentamente riapparvero i globi fluorescenti, la notte riprese il sopravvento sulle cose. Nel centro del cielo, simile a una grossa stella fiammeggiante, l'astronave di Atlantide correva verso la sua meta.

Anthinea LXIII aperse gli occhi. Clitoh, premuroso le fu accanto.

- Mi dispiace, imperatrice, ma l'astronave è già partita. Tu sai che in queste cose bisogna essere precisi e puntuali: i cieli non aspettano.

Lo scienziato abbozzò un sorriso, ma subito una ruga profonda gli si disegnò sulla fronte spaziosa: Anthinea lo guardava con gli occhi sbarrati dalla disperazione.

- So... sono partiti... tutti? - articolò con fatica.

- Certo! Brenh, Alstoh e Reeh... Perché?

Anthinea parve volersi alzare di scatto, ma poi si lasciò ricadere. Clitoh si chinò su di lei.

- Imperatrice, perché?

I bellissimi occhi dorati della bionda e giovane Signora di Atlantide fissarono quelli trasparenti e senza colore di Clitoh.

- Amico mio, credo che ci stia per accadere qualcosa di spaventoso! Quando ho baciato Reeh mi sono resa conto che... che...

- Che?

Anthinea si alzò.

- Che non era un essere umano!

Lo scienziato sussultò.

- Che cosa? Non era...

La giovane sostenne il dubbio che lesse nello sguardo del vecchio.

- Reeh non è un umano: qual cosa si deve essere impossessato di lui. Qualcosa che mi ha fatto svenire per impedire che io impedissi la partenza dell'astronave. Qualcosa che ha ucciso Anthinea LXII perché doveva avere scoperto la verità.

Clitoh si diresse a un video: tra i tanti punti fermi del cielo, ce n'era uno che lentamente andava spostandosi tra loro. Lo scienziato giocherellò con i pulsanti dell'apparecchio, sovrappensiero. La bella imperatrice gli andò accanto.

- Ormai è lontano. Ormai tutto è nello mani di Brenh e Alstoh - mormorò lo scienziato.

- Grazie, Clitoh, temevo che non mi avresti creduta!

- Anthinea LXII è morta per essere rimasta sola con Reeh, anche se l'astronauta disse di averla lasciata in uno stato perfettamente normale, e tu sei svenuta dopo averlo baciato... La tua bisnonna è morta per congestione cerebrale... forse Reeh può uccidere o mettere temporaneamente fuori uso i cervelli delle persone che gli danno fastidio.

- O forse può fare molto di più. Perché si sarebbe imbarcato sull'astronave? Un uomo con tali poteri non rischia la vita, neppure per compiere la prima trasvolata dello spazio!

Clitoh si accarezzò la barba.

- Reeh è stato scelto dalle nostre macchine elettroniche. Un essere in grado di ingannarle è ben capace di portare un'astronave su Luhna, senza correre rischio alcuno! Sì, Anthinea, credo che l'impresa sarà un sicuro successo... Almeno dal punto di vista del viaggio spaziale.

Adesso Anthinea era in preda a una grande ansia. Si torse le mani e poi se le passò sul viso. Intanto la radio annunciava al mondo che l'astronave Atlantide 1 era ormai in orbita attorno al pianeta. Ancora una volta il popolo felice della grande isola brindò alla imperitura gloria delle loro gesta.

Clitoh accompagnò l'imperatrice al suo elicottero.

- Non disperare, Anthinea, forse quell'uomo non ha intenzioni malvagie...

La bella donna scosse il capo con tristezza e mormorò, più a se stessa che allo scienziato: