Di crisi della fantascienza si parla ormai da tempo immemore. Come racconta Ugo Malaguti nella sua column su Robot 42, già negli anni sessanta c'era chi era sicuro che la fantascienza fosse morta. E di alti e bassi certamente ce ne sono stati; boom veri e finti, come quello seguito all'uscita di Guerre stellari quando ogni editore italiano pensava di dover avere la propria collana di science fiction, e crolli repentini, come quello seguito un annetto dopo l'uscita di Guerre stellari, quando gli editori di cui sopra si resero conto che vedere un film non significa automaticamente comprare decine di libri.
In questa sequenza di alti e bassi si intravvedono però delle tendenze a spettro temporale più ampio.
L'appassionato italiano di fantascienza è da sempre legato a doppio filo a Urania, e a torto o a ragione tende a considerarla un indicatore significativo del mercato della fantascienza. Fa impressione allora pensare all'Urania dei tempi d'oro - quelli di Fruttero e Lucentini, per la cronaca, che certo non erano d'oro anche per quanto riguarda le opere scelte - che vendeva venticinquemila copie alla settimana. E confrontarla con quella attuale che a stento ne vende settemila, con periodicità quindicinale (anche se, curiosamente, sulla copertina Urania si dichiara quattordicinale). E qui arriva la notizia del passaggio alla mensilità, i dubbi spariscono e diventa ufficiale: è crisi.
Eppure, a sentire Gianfranco Viviani, dell'Editrice Nord - che pure durante il 2003 ha portato a termine la fusione con un editore di rilievo come Longanesi - la situazione è ben diversa. Nell'editoriale dell'ultimo numero di Cosmo SF (che ora si chiama Nord News) scrive: "continuo a essere perplesso di fronte a chi sostiene che la fantascienza sia in crisi. E ve ne spiego la ragione, aiutato da uno studio che mi ha fornito l'insostituibile Ernesto Vegetti. Devo necessariamente ricorrere ai numeri per poi proseguire il discorso. La tabella sotto riportata prende in esame due periodi: quello degli Anni d'Oro 1990/1993 quando tutti dicevano che la fantascienza era un genere di successo; Carlo Pagetti asseriva trattarsi del "fenomeno letterario del secolo", e la Nord era leader in libreria per il numero di libri venduti. Ho confrontato quel periodo con l'epoca più recente che va dal 1999 al 2002, anni in cui si è cominciato a dire che le fortune di questo genere di narrativa sarebbero tramontate.
Leggete e confrontate:
(* produzione mista: Libreria/Edicola)
Nota: il numero di editori che appare in questa tabella comprende anche quelli che in libreria o in edicola hanno fatto fugaci apparizioni con uno o due libri.
Come vedete, tra il periodo d'oro e quello di presunta crisi, le cifre non evidenziano uno stato di difficoltà del settore, anzi il contrario. Guardate per esempio quanti editori pubblicavano SF nel 1990 (47) e quanti nel 1999 (68): 21 in più. Guardate quanti libri uscirono negli stessi anni: 202 contro 277.
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