
Questo vale ancora di più per il terzo e conclusivo Matrix Revolutions, dove diciamocelo più della trama contano ormai le strabilianti diavolerie visuali messe in campo dal team della ESC, la compagnia di effetti speciali creata dai Wachowski, guidata con indubbia abilità creativa dal supervisore degli effetti visivi John Gaeta. L'attacco delle macchine che fanno breccia nella spesse pareti che difendono il porto di Zion è straordinariamente spettacolare e propone sequenze dai richiami visuali quasi pittorici. Irritante invece la presenza del solito ragazzino coraggioso e inesperto ma "che può fare la differenza": si mette al comando di uno dei robot difensori e siamo in pieno territorio Goldrake, Jeeg Robot e Gundam. Le gigantesche perforatrici sotterranee hanno invece riportato alla mente dello scrivente il supersottomarino con trivella Atragon, vera stella di un film di fantascienza giapponese del 1963 di Ishiro Honda (Godzilla). Mescolando con sfacciata destrezza filosofie orientali, fumetti manga e di supereroi, fantascienza dell'invasione e cinema delle arti marziali Matrix Reloaded/Revolutions è uno spettacolone visivamente ricchissimo e poliedrico, che alterna dialoghi talvolta fumosi e pseudoesistenziali con frenetiche scene d'azione. Il tutto basato su tutta una serie di specchi e contrapposizioni: bene/male, bianco/nero, amore/odio, Neo/Smith, realtà/sogno, spiritualità/scienza, libertà/prigionia, umanità/macchine. Talvolta i Warchowski esagerano, ad esempio nell'interminabile lotta tra Neo e i multiagenti Smith nel cortile (in Reloaded), tirata così per le lunghe da diventare noiosa. In Revolutions peraltro il duello volante finale tra i due è ricalcato da quello tra Superman ed il generale Zod di Superman II (1980). Insomma i Wachowski certamente hanno un grande amore per il genere e costellano la loro matrilogia con "citazioni" dalle fonti più disparate. Non sono del tutto sicuro che sia necessariamente un merito ma se il cinema è destinato a diventare interattivo e a fondersi coi videogiochi il ciclo di Matrix certamente è quanto di più avanzato si possa trovare oggi come oggi. Peccato per lo stucchevole, atroce finale sulle panchine ai giardinetti, perfetto forse per l'ultima puntata della serie a cartoni di Candy Candy ma quantomeno sottotono (vogliamo dire banaluccio?) se posta a suggello delle meraviglie dell'impossibile che scuotono il regno digitale della matrice...
...end program.
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