Paolo Aresi è nato a Bergamo nel 1958, da madre pompeiana e padre bergamasco; è giornalista professionista (lavora presso l'Eco di Bergamo; nel 1985 fu segnalato a Senigallia come "cronista dell'anno"). Quanto alla fantascienza, i lettori ricordano certo il suo recente, bellissimo racconto Labirinto della notte, sul primo numero della rinata rivista Robot.

Ma per risalire all'esordio narrativo di Aresi dobbiamo... indietreggiare nel tempo di un quindicennio: nel 1978, un volumetto raccogliente le opere dei partecipanti a un'edizione del Premio Nord, indetto dalla omonima casa editrice milanese, conteneva anche il suo primo racconto. Altri ne seguirono su Dimensione Cosmica e sul quotidiano L'Unità (29/07/86). Fu tuttavia l'anno 1987 a segnare la svolta decisiva: la Nord pubblicò il suo interessante romanzo Oberon, l'avamposto tra i ghiacci. Nel 1989, sul volume Pianeta Italia. Gli autori di World SF Italia, curato da Aldani e Malaguti (Ed. Perseo) apparve il racconto Il dio di sabbia, sul quale ci soffermeremo ancora. Seguì, nel 1993, la vincita di un Premio Courmayeur con Stige, storia avventurosa su un mondo sconosciuto. Dopo altra narrativa breve (sul cofanetto Fantasia di Stampa Alternativa curato da Franco Forte; sull'antologia scolastica di fantascienza Cronache dal futuro a cura di Catani-Giancane-Ragone, ed. Milella, Bari) giunge la seconda prova importante: è il 1998, e la Nord pubblica il suo secondo romanzo, Il giorno della sfida, che narra anch'esso (come il racconto su Robot, ma in una trama del tutto diversa) il primo viaggio dell'uomo su Marte. Nel 1995 intanto era uscito Toshi si sveglia nel cuore della notte (Granata Press), romanzo che rappresentava un'apertura verso un genere realistico dai toni noir.

Nel 2001 Aresi ha curato la sezione relativa alle forme della scrittura (racconto, saggio, articolo di giornale e via dicendo) della Grammatica Italiana di Noris e Mandurrino (Editore Sansoni, Firenze). Dal 1991 tiene nella sua città corsi di scrittura creativa.

Accanto alla produzione di narrativa si colloca una serie di libri dedicati alla montagna.

Per non limitarmi alla nuda elencazione di date e titoli (fra l'altro, chi è interessato a ulteriori dettagli può visitare il sito www.fantascienza.net/aresi/), ho chiesto all'Autore di raccontarci qualcosa della sua vita, della sua scrittura. Aresi ha aderito con piacere, per cui prima di soffermarmi sul racconto che ho scelto, Il dio di Marte, riporto la sua risposta per i lettori di Delos:

"Dacché ricordo, la passione per la fantascienza è sempre stata legata a quella per l'astronomia. Ho bene in mente una sera sul balcone di casa, con mio padre - potevo avere sette, otto anni - e c'era una grande stellata. Facevo tante domande, ma soprattutto ricordo che mi avvolgeva un senso di mistero bellissimo. A nove anni lessi un romanzo di Raul Pra, Dagli abissi alle stelle, che mi colpì molto. A undici scoprii la biblioteca dei ragazzi della mia città. Era una grande sala quadrata. Nell'angolo in basso a destra c'era uno scaffale pieno di libri di fantascienza per ragazzi, editi da La Sorgente e Amz. Mi tuffai in quell'angolo... e ne riemersi dopo un annetto. Li avevo letti tutti. Rammento anche la gioia pura che provai nella lettura di un romanzo marziano di Donald Wollheim, di cui ora mi sfugge il titolo. Lo rilessi anni dopo: fu una delusione. Ma così è spesso (non sempre, per fortuna)."