La trasformazione dell'alieno in adulto avviene in modo molto veloce e comunque non viene mostrata. Scott abilmente sfrutta questo passare del tempo per aumentare la tensione e mostrando solo veloci frammenti della creatura. "La prima cosa che volevo si vedesse" ricorda il regista "doveva essere qualcosa che non si capisse che cos'era. Quando Harry Dean Stanton quindi si mette sulle tracce del gatto il mostro entra in scena alle sue spalle capovolto." Infatti lo spettatore prima vede la coda che si abbassa dal soffitto, poi la testa tubolare che gocciola roba gelatinosa e che si raddrizza, poi l'ombra sul volto dell'uomo e poi infine la bocca dentata dell'alieno. Anche in questo caso l'abile montaggio rende la sequenza drammatica e scioccante. Il design dell'alieno adulto, basato anch'esso sulle tavole del Necronomicon 4 di Giger, costituì una sfida non da poco dal punto di vista pratico. Un contorsionista fu assunto per indossare il costume mantenendo posizioni insolite ed innaturali ed uno altissimo studente universitario africano, Bolagi Bedejo, indossò il costume durante quelle scene in cui era richiesta mobilità di spostamento. Un modello in plastilina fu scolpito sul corpo del ragazzo e poi rifinito dallo stesso Giger. A Carlo Rambaldi, già noto per i suoi lavori in King Kong e Incontri ravvicinati del terzo tipo, spettò il compito della creazione della testa dell'alien. La temibile dentatura veniva rivelata nel modello meccanico sollevando 6 profilattici montati su un'intelaiatura metallica ed opportunamente inondati fino a gocciolare di gel lubrificante.
Pressioni per mantenere il budget portarono ad un calendario di riprese altamente concentrato con a volte un solo o nessun giorno libero settimanale per attori e tecnici. "E' stata una delle esperienze fisicamente più stancanti della mia vita" ricorda l'attrice Veronica Cartwright, inizialmente designata per il ruolo di Ripley, poi passato a Sigourney Weaver. Per l'attrice era il primo ruolo di rilievo, in precedenza essendo apparsa solo in piccoli ruoli di contorno, tra cui in Io e Annie di Woody Allen, per cui imparava cose nuove giorno per giorno, acquistando sicurezza in un certo senso come il personaggio da lei interpretato. Uno degli aspetti più inquietanti della vicenda non veniva da una minaccia extraterrestre quanto dall'androide di bordo, l'ufficiale scientifico Ash (Ian Holm) della cui vera identità artificiale nessuno era a conoscenza. La sua priorità era quella di riportare sulla Terra campioni di vita aliena, ogni altra considerazione era secondaria, compresa quella della sorte dell'equipaggio. L'ammirazione di Ash per l'alieno è prettamente scientifica: ne riconosce la perfezione strutturale, la sua letale efficienza e la gelida purezza del suo istinto.
La lavorazione della troupe principali con il cast si concluse nell'ottobre 1978, dopo quattro mesi di riprese. Rimanevano da completare per Scott ed i tecnici le sequenze di effetti speciali, seguite a loro volta dalla post-produzione (montaggio, colonna sonora eccetera). Gli specialisti delle miniature avevano nel frattempo completato la costruzione di tutti i modelli necessari ed effettuato un bel numero di riprese di prova, la quasi totalità delle quali però non fu ritenuta soddisfacente dal regista, per cui praticamente tutto il lavoro ricominciò da capo. L'estremo perfezionismo di Scott non velocizzava il processo.
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