Il poster originale italiano (1979)
Il poster originale italiano (1979)
Avevano un look molto realistico, con tanto di emissione di gas di scarico dal casco, ma erano molto pesanti ed estremamente poco confortevoli per gli attori che dovettero indossarle. In alcune sequenze queste tute furono riprodotte in scala ed indossate da bambini (compresi i figli dello stesso regista) al fine di far apparire le scenografie ancora più enormi di quello che già erano. Altro disegnatore vitale per lo sviluppo del progetto fu lo svizzero H.R. Giger, che sviluppò non solo l'aspetto della creatura aliena (basandola sulle sue creazioni del Necronomicon) ma stabilì anche il look del mondo sul quale viene trovato, con immagini piuttosto disturbanti che fecero molta impressione nella produzione e presso il regista stesso.

La commistione tra biologico e meccanico che emergeva nei suoi incubi su tela sarebbe stata mantenuta sullo schermo, sebbene opportunamente depurata da quasi tutti i contenuti sessuali e sadomasochisti di cui era impregnata l'opera stessa di Giger. Nel maggio del 1978 egli arrivò negli Shepperton Studios inglesi col compito di disegnare tutto ciò che si trovava sul pianeta su cui atterra la Nostromo. Tra le costruzioni più grandi che furono realizzate sul set fu la scheletrica creatura seduta su una sorta di sedile che gli esploratori scoprono prima di addentrarsi nei cunicoli che li condurranno alle uova. Il tutto fu costruito sotto la stretta supervisione dello stesso Giger (gelosissimo del proprio lavoro) utilizzando una grande varietà di materiali che andavano dalla plastica a delle vere e propria ossa inserite nella scultura.

L'interno della gigantesca camera che contiene le uova aliene fu inondato di fumo, illuminato da luci bluastre e ad una cinquantina di centimetri dal suo fu creato con un laser una sorta di strato sotto al quale si trovano le uova stesse. Di queste ne furono costruite quasi duecento ma solo una aveva un meccanismo idraulico che le permetteva di aprirsi e far uscire l'essere che si attacca al volto di Kane (John Hurt). L'interno dell'uovo aperto era in realtà riempito della parete esterna dello stomaco di una mucca. La fulminea sequenza dell'uscita dall'uovo e della penetrazione del casco è in realtà composta da quattro diverse inquadrature realizzate separatamente: una di espulsione di intestino di maiale da un involucro simile all'uovo; una (poi montata con scorrimento al contrario) con un tecnico che indossa un guanto di plastica simile ad una mano aperta con artigli che si ritrae all'interno dell'uovo; una terza con vista dall'interno del casco di Kane; infine un'ultima con l'attore che si ritrae dall'uovo con già attaccato al casco l'organismo alieno. Il veloce montaggio fa il resto e la scena è una di quelle classiche che fanno saltare lo spettatore sulla sedia. Lo sceneggiatore Dan O'Bannon ritiene che la sequenza sia inoltre particolarmente disturbante perché il modo in cui inizia il ciclo riproduttivo di questa razza aliena può essere equiparato ad un rapporto sessuale orale forzato a cui viene costretto un uomo, una sorta di vero e proprio stupro. Il design del face hugger originalmente concepito da Giger fu parzialmente rivisto da Roger Dicken, scultore che ebbe il compito di costruire praticamente il modello, in gomma e lattice, che si vede nel film avvinghiato la volto di Hurt. Sempre lui è al centro di un'altra sequenza shock del film, quella che ha luogo nella sala mensa dove l'equipaggio sta celebrando l'apparente guarigione di Kane, ignari del fatto che al suo interno sta sviluppandosi l'embrione depositato nel suo stomaco in precedenza. Il baby alien che fuoriesce in modo spettacolare e sanguinolento dal ventre di Kane fu sviluppato e costruito sempre da Dicken. Non furono utilizzati in questo caso i disegni di Giger, che aveva immaginato la creatura come una specie di piccolo tacchino, coperto di sangue. La versione creata da Dicken era più semplice e anche più facile da manovrare. Per le riprese della scena dell'uscita dell'alieno dal ventre di Kane i tecnici sul set si misero degli impermeabili e anche la macchina da presa fu avvolta nel cellophane per proteggerla dagli schizzi di sangue. Gli attori stessi erano a conoscenza della progressione degli eventi ma non conoscevano i dettagli della messa in scena orchestrata da Scott e dei tecnici degli effetti speciali, per cui parte della sorpresa e disgusto che si vede sui loro volti non è frutto di sola recitazione.