- Muoio! - geme il Brewster padre. Poi si rivolge a John Connor. - A te non t'ho mai visto e non so chi cazzo sei, perciò ti affido mia figlia che è la cosa più preziosa che ho al mondo. Proteggila, falle mettere la maglia di lana, prendete la dolce Euchessina e guidate piano. Ah, e mettetevi in salvo con il jet passando per l'acceleratore di particelle che notoriamente in tutte le basi supersegrete viene usato come nastro trasportatore per l'aeroporto.

Così dicendo spira. Kate Pausini piange. Il pubblico infila la testa nel cappio.

Tra il lusco e il brusco ricompare la terminatrice. E sono botte da orbi. Swarzy e la T-X si avvinghiano tra calci nelle palle e dita negli occhi, cadono in un buco della sceneggiatura e finiscono nei cessi della base. Qui Swarzy ficca la testa della terminatrice nella tazza d'un water, ghignando "Farò così anche alla mia avversaria alle elezioni, har har har!". Ma la T-X si rialza, lo gonfia di mazzate, gli infila il dito medio nel... (ehm) e gli inietta le micidiali nanomacchine.

Nel frattempo Kate e John corrono verso l'acceleratore di particelle in un corridoio che sembra quello di Quake3 e probabilmente lo è.

- Aspettami, John - ansima la ragazza. - Non ce la faccio più

- Lo dici a me? E' dai titoli di testa che non facciamo che correre!

- Infatti! Ma perché 'sto film è tutto un inseguimento? Per trasmettere il pathos della morte imminente e l'angoscia junghiana dell'inevitabile allo spettatore?

- No, per non lasciare il tempo di pensare ai soldi buttati col biglietto.

All'improvviso s'erge davanti a loro un robot volante armato di mitragliatrici, che non si sa da dove cazzo è spuntato fuori ma tanto anche se uscisse Godzilla in tutù ormai non ci farebbe più caso nessuno.

John Connor inciampa nelle sue stesse caviglie e finisce a terra, portandoci per la miliardesima volta a chiederci come un deficiente del genere possa mai diventare il leader della resistenza contro le macchine e perché mai Skynet da tre film butti sangue per ammazzare un beota che non sa nemmeno portare la moto. Kate Pausini, invece, che solo dieci secondi prima frignava come un vitello, impugna un fucile a pompa che si trovava lì per caso e... Pum pum, robot volante abbattuto, altri settecento punti, ne mancano duecento e poi scatta il bonus.

- Come sei brava a sparare! Ti amo!

- Che cazzo dici?

- Non te la prendere con me: si sa, questo è l'immaginario erotico di Schwarzenegger. Incassa l'assegno e zitta.

Ed eccoli di nuovo a correre verso 'sto benedetto acceleratore di particelle.

- Tu va' avanti - ordina John. - Io intanto, che non ho mai visto il quadro comandi di un affare del genere e ho, se va bene, la licenza elementare, programmo l'acceleratore per accendersi tra sessanta secondi, tipo timer della caldaia insomma, e poi blocco la consolle in modo che nessuno possa metterci mano.

- Plausibilissimo.

- Zitta e corri.

E vanno via mano nella mano, saltando i crateri delle esplosioni e le voragini nella logica.

Ma ecco che alle loro spalle compare la terminatrice. Li prende di mira col braccio componibile (adesso ha un modello lanciafiamme IKEA in betulla e lana di renna) e sta per farli flambé, quando l'acceleratore si attiva diventando un gigantesco magnete. La T-X resta intrappolata e comincia a liquefarsi.

Mistero della fede: questa volta non viene offerto nemmeno uno straccio di spiegazione (evidentemente lo sceneggiatore era già tornato dalle sue pecore), ma tanto lo sanno tutti che gli acceleratori di particelle, che solo in materiali costano il doppio del PIL della Grecia, servono solo per farci le calamite. In platea, Carlo Rubbia e Antonino Zichichi commettono harakiri.