Extraterrestri tra noi?
Che vengano tra noi per scopi scientifici o esplorativi, per motivi militari, con propositi commerciali o coloniali o per fare soltanto del turismo (questi sono i quattro motivi riconosciuti dal SETV), per i fautori del protocollo SETV (Search for ExtraTerrestrial Visitation), esistono probabilità sufficienti per considerare l'idea che eventuali extraterrestri siano giunti molto vicino a noi, ovvero siano stati sul nostro pianeta, vi abbiano transitato nel passato o vi transitino o vi rimangano abitualmente a tutt'oggi. Il SETV include così nei suoi obiettivi di indagine la ricerca di ogni tipo di sonda di origine extraterrestre, veicoli spaziali con equipaggio, macchine senzienti, microonde radio o emissioni ottiche all'interno del Sistema Solare, tutto di provenienza extraterrestre o di altri eventuali fenomeni di natura esogena che vadano al di là della nostra attuale comprensione, sia percettiva che tecnologica. Come si può notare il SETV assume per molti versi i connotati di una sorta di revisione ampliata del SETA, giacché tutte le motivazioni scientifiche che animavano la ricerca di manufatti di origine aliena, possono perfettamente applicarsi alla ricerca di prove di visite extraterrestri sul nostro pianeta. Il protocollo SETV, redatto nel 1998 e garantito in campo internazionale da un organismo che va sotto il nome di Organization for SETV Research (OSR), è dunque il punto di riferimento e definisce le linee guida per tutti coloro che vogliano cimentarsi con la ricerca scientifica di prove di eventuali visite di esseri provenienti da altri mondi all'interno del nostro Sistema Solare in generale e sulla Terra in particolare. Da questo punto di vista, il SETV si propone di rispondere a quattro quesiti fondamentali:
1) Siamo in grado di dimostrare con la scienza di cui disponiamo che il sistema solare è visitato da congegni di natura tecnologica provenienti da altrove?2) Siamo in grado di comprendere, una volta acquisiti i dati con tutto il rigore e la completezza necessari, la fisica su cui questi congegni sono basati e di porre le basi per una loro riproducibilità in laboratorio?
3) Siamo in grado di stabilire i parametri con cui rendere possibile una comunicazione bilaterale con civiltà esogene in visita sulla Terra?
4) Siamo in grado di dimostrare che le anomalie osservate, analizzate ed eventualmente riprodotte, sono realmente di natura extraterrestre, nel senso convenzionale del termine, ovvero di aeronavi provenienti da pianeti naturali o artificiali situati nel nostro stesso universo?
Ovviamente, queste asserzioni, come molte delle altre che vengono abitualmente fatte quando si parla di civiltà non terrestri, si basano sul concetto di omologia dell'universo, ovvero che, ovunque si vada nel cosmo, essendo esso fino a prova contraria costituito dagli stessi elementi chimici e governato dalle medesime leggi fisiche, certe caratteristiche e certe modalità restino invariate, in particolare la necessità di usufruire di veicoli fatti della materia che conosciamo, per spostarsi.
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