Alieni in missione diplomatica
"Dallo spazio... un avvertimento ed un ultimatum" recitava la frase di lancio di Ultimatum alla Terra (The day Earth stood still, 1951), diretto da Robert Wise. L'alieno Klaatu (Michael Rennie) atterra a Washington col suo gigantesco disco volante per stabilire un primo contatto con i terrestri. I quali, tanto per non smentirsi, non ci pensano su poi tanto e gli sparano. Grazie però ai prodigi di una scienza super evoluta messa in pratica dal fedele robo-servitore Gort l'alieno torna alla vita e avverte l'umanità: dovete imparare ad essere più buoni e vivere in pace, altrimenti verrete puniti. Paralleli religiosi evidenti e riscontrabili anche nel più recente e tenero E.T. - L'Extra Terrestre (1982, si veda Delos n. 74 per sapere tutto su questo film): alieno sulla Terra propone un messaggio di fratellanza e amore universale, muore, risorge e alla fine ritorna nell'alto dei cieli. Ce ne sarebbe abbastanza per fondare una cine-setta religiosa ma non dobbiamo dimenticarci che qui non pretendiamo di parlare di Storia Sacra ma "solo" di fantascienza, parola che contiene al suo interno un altra parola, scienza, e con essa un concetto che da che mondo è mondo ha sempre fatto da spina nel fianco a chi voleva sfruttare (e sfrutta tutt'oggi) i bisogni di rassicurazioni spirituali delle gente. Ecco quindi un atteggiamento più serio e responsabile, da civiltà evoluta, tenuto anche dall'inviato vulcaniano che, alla fine di Primo Contatto (Star Trek - First Contact, 1996), sbarca sulla Terra. Che fa ? Fonda una bella religione per darsi importanza e sfoggiare la sua bella tunica lunga fino ai piedi che fa tanto abito talare ? No. Invita i terrestri ad unirsi alla Federazione Unita dei Pianeti, passo chiave nell'evoluzione sociale e scientifica della civiltà umana. In missione certamente diplomatica anche l'essere che appare alla Dottoressa Arroway (Jodie Foster) in Contact (id, 1997) assumendo le sembianze del di lei padre per facilitare la comunicazione e rendere l'esperienza più rassicurante. Il film è tratto con qualche semplificazione ma tutto sommato fedelmente dal romanzo omonimo del compianto scienziato Carl Sagan. Gli alieni contattano spedendo via radar un complicatissimo schema che sembra una sorta di parolone crociate tridimensionale e che fa scervellare molte persone prima che si riesca a decifrarlo. Si rivela essere un piano per costruire un qualche tipo di veicolo interplanetario. I militari tanto per cambiare già chiedono di inviare alla razza sconosciuta una bella bomba atomica, tanto per eliminare alla radice una possibile volontà d'invasione. La si potrebbe definire un classico esempio di bella guerra preventiva: ti stermino oggi perché forse un domani potresti rappresentare una minaccia. Decisamente un modo assai poco diplomaticamente avanzato di affrontare il momento storico del Primo Contatto. Comunque, grande film: sentimentalismo hollywoodiano mantenuto ai minimi termini, grande regia e splendidi interpreti ed effetti speciali. E la sequenza d'apertura più scientificamente corretta che si sia mai vista sul grande schermo. Nel classico Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close encounters of the third kind, 1977) invece di chiederci di andare noi da loro gli ET, dopo averci sorvegliato più o meno discretamente per centinaia e forse migliaia di anni, arrivano in pompa magna a bordo del più spettacolare ed elaborato lampadario volante mai costruito. Si rivelano essere una specie spelacchiata, dai capoccioni ingombranti e modi gentili. Impossibile considerarli una minaccia. E meno male che in quell'occasione li abbiamo fatti atterrare: se avesse prevalso la logica esposta prima di guerra preventiva (modello George W.) avremmo preso a cannonate laser la loro bella e luccicante astronave distruggendola perché poteva, forse, chissà, essere pericolosa. E così non avremmo mai potuto vedere i grandi occhioni stile Bambi dei loro dolci occupanti. Una sciagura ! In Alien Nation (id., 1988) di Graham Baker invece il contatto è già avvenuto da tempo e gli alieni approdati sulla Terra cercano, non senza difficoltà, di inserirsi nel tessuto sociale dell'umanità e fanno vari mestieri. Nella Los Angeles futura ecco dunque Mandy Patinkin nei panni di un alieno poliziotto e che deve superare le diffidenze e i pregiudizi del suo compagno di lavoro, interpretato da James Caan.
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