Non è facile riassumere la trama di Cristalli sognanti, e non ci proverò. Dico solo che i personaggi sono tutti dei "diversi", in pratica dei "mostri", e riescono a campare esibendosi in un circo il cui padrone è Pierre Monetre, detto "Il Cannibale": un medico, uomo intelligentissimo e spietato che sa dell'esistenza dei "cristalli" e, segretamente, dedica la sua vita alla ricerca di un modo per utilizzarli, sfruttarli ai suoi fini: riuscendoci, ne ricaverebbe un potere sconfinato. Questi cristalli esistono sulla Terra da millenni un po' dovunque ma soprattutto nelle campagne, nei boschi:

Ce ne sono molti, moltissimi dappertutto. Solo che, fin quando non vengono ripuliti, hanno l'aspetto di grumi di terriccio, o di normali ciottoli...

I cristalli hanno una loro vita, gioiscono, soffrono, ma non comunicano tra loro, e sono totalmente indifferenti agli esseri umani. Tuttavia essi hanno una facoltà particolare: sognano.

E creano delle cose... piante e animali e perfino esseri umani... Li creano sognando. Tu sogni, a volte. Sai bene che le cose che appaiono nei tuoi sogni a volte sono chiare e perfette, una riproduzione fedele della realtà, ma molte volte sono confuse e distorte, annebbiate e sproporzionate. (...) Quando sognano in questo modo, essi cambiano le molecole di una pianta e la rendono uguale a un'altra, o trasformano un mucchietto di fango in un uccello.... Nessuno sa dire cosa essi decidano di creare, o perché. E' come se tu fossi innamorata e non pensassi ad altro che alla persona che ami, ma con il resto della tua mente tu componessi una canzone. Forse questa canzone non parlerebbe affatto della persona che ami. Forse parlerebbe di un fiore, o di qualcosa di totalmente diverso, o forse sarebbe solo qualche nota confusa.... Un sottoprodotto. Capisci?

Quindi i cristalli hanno poteri che potrebbero apparirci soprannaturali: creare persone che abbiano capacità extraumane, o che al contrario soffrano di gravissimi handicap. Il romanzo è la storia minima delle vessazioni sopportate da un gruppo di queste creature riunite nella compagnia di mostruosi saltimbanchi capeggiati dal Cannibale; fra costoro c'è il piccolo Horty, da sempre in contatto con i cristalli (a sua insaputa, sono cristalli gli occhi di un pupazzo di stoffa che egli possiede dalla nascita, e dal quale gli è doloroso separarsi): Horty svilupperà gradualmente poteri paranormali che gli consentiranno di sconfiggere il Cannibale.

Primo romanzo di Sturgeon (che aveva tuttavia già acquisito una vasta notorietà con alcuni bellissimi racconti), in esso si dispiegano e potenziano temi essenziali della sua narrativa: l'interesse per l'elemento umano, la sua sintonia per i "diversi", la denuncia per la sensibilità infantile frustrata (pare che Sturgeon abbia subìto un difficile rapporto con il padre adottivo), che verranno ulteriormente amplificati in opere successive (vedi il romanzo Nascita del superuomo, e numerosissimi racconti). Ha scritto Vittorio Curtoni:

Sturgeon racconta tutte le sue storie in uno stile caldo e commosso, affidandosi alle sensazioni di un attimo, ai piccoli gesti quotidiani che svelano grandi segreti; e l'insieme della sua produzione è una sonora smentita alla sua celebre "legge" secondo cui il 90% di tutto (sf inclusa) è spazzatura: il 90% di Sturgeon è un cristallo sognante.

Aggiungerei di mio che... ebbene, come per Simak, anche in Sturgeon vi sono semi di narrativa "umanistica". Qualunque cosa vogliate intendere per umanistico. Perfino certi alieni assolutamente non antropomorfi, per esempio...