Peraltro non è nemmeno facile immaginare e gestire in una storia credibile un alieno fatto di sbuffi d'aria, e le possibilità drammatiche relative si mostrano obiettivamente modeste; ma con notevoli eccezioni. Alcuni autori su tali basi hanno scritto capolavori, restando - questo è il lato che vorrei rimarcare - nella pura fantascienza; cioè senza scivolare nell'ambito (più attinente al fantastico, e se vogliamo meno stimolante) degli "spiritelli", dei folletti e figure analoghe. Per esempio, A.C. Clarke, Alfred E. van Vogt, Fred Hoyle, hanno plausibilmente descritto fascinosi alieni giganteschi, gassosi o che formano nubi cosmiche, o di natura ondulatoria. Il fisico Gerald Feinberg e il biochimico Robert Shapiro hanno proposto, in Life Beyond Earth (1980) modelli di vita basata non sulla chimica del carbonio ma sul plasma stellare, sui campi elettromagnetici, sul magnetismo delle stelle a neutroni, e altro ancora. In Dio e la nuova fisica (1983) il fisico Paul Davies scriveva:

Tra gli scienziati si sta diffondendo la convinzione che né le mente né la vita debbano essere necessariamente esclusive della materia organica. Consapevolezza e intelligenza sono concetti a livello di software: conta solo lo schema, l'organizzazione, e non il mezzo materiale attraverso cui essa si manifesta.

Torniamo dunque a L'uomo, questa malattia, la cui trama è presto delineata. Tre personaggi, a causa di una tempesta, restano praticamente segregati in un faro, nei pressi di una città marittima francese. Finché le condizioni meteorologiche non muteranno, e si prevede una lunga burrasca, non c'è da pensare a soccorsi, i cui turni durano 15 giorni. Restano l'inazione, l'attesa. E' a questo punto che nell'ambiente si verificano fenomeni inspiegabili.

Dapprima si manifesta una vibrazione. Poi essa prende a salire; vengono gradualmente interessati tutti i suoni dell'armonica, fino ai più acuti: segue il silenzio. Ma poco dopo i tre si trovano immersi in un calore che li fa sudare: il fenomeno si è trasferito alla radiazione infrarossa. E così via... E lentamente, un'idea si fa strada nei protagonisti: c'è qualcuno che sta tentando di comunicare con loro. Infine l'intento porterà a un risultato grazie all'ingegnosità di uno dei personaggi, che con pochi mezzi costruisce un rudimentale strumento capace di interferire in modo "intelligente" con le vibrazioni-radiazioni in arrivo... E qualcosa succede. Una risposta, una presenza: sfere iridescenti di pura energia si materializzano in risposta agli impulsi lanciati dagli uomini. E la verità verrà fuori.

Le vibrazioni non sono che le naturali manifestazioni degli Altri. Gli uomini - apprendiamo - condividono il pianeta con gli Altri:

La Creazione è doppia: ciò che pesa e ciò che vibra. Voi pesate. Noi vibriamo. In principio era l'Energia. L'Energia fu, è, sarà divisa in due: ciò che pesa e voi, ciò che vibra e noi. Entità diverse ma parallele.

Cosa cercano dai noi gli Altri? Semplice: anche l'uomo (ciò che pesa) da alcuni anni produce e intensifica radiazioni, e questo è un male per gli Altri, un intralcio, una vera malattia per coloro che vibrano. Occorre - è il messaggio-ultimatum lanciato dalle entità d'energia - che l'uomo smetta di contrastare il mondo degli Altri.

Come si risolverà la questione, non è il caso di anticipare; comunque il finale si presterà a una interpretazione che - benché solo abbozzata - oggi suona attualissima nella sua ambiguità: noi, malattia della natura, spargiamo tecnologie inconsapevoli dei loro effetti; per altro verso la tecnologia medesima può prospettare a noi stessi una sopravvivenza in nuovi modi, forse in forme impensabili.