Ricardo Montalban è nato a Mexico City nel 1920. Tra i film da lui interpretati <i>La matadora</i> (1947) con Esther Williams, <i>Il cacciatore del Missouri</i> (1951) al fianco di Clark Gable, e <i>Sweet Charity</i> (1969) con Shirley McLaine. In Italia ha girato <i>Gordon il pirata nero</i> (1961). E' apparso anche nel quarto film del ciclo de Il Pianeta delle scimmie <i>1999 - la conquista della Terra</i> (1972) e in <i>Una pallottola spuntata</i> (1988).
Ricardo Montalban è nato a Mexico City nel 1920. Tra i film da lui interpretati La matadora (1947) con Esther Williams, Il cacciatore del Missouri (1951) al fianco di Clark Gable, e Sweet Charity (1969) con Shirley McLaine. In Italia ha girato Gordon il pirata nero (1961). E' apparso anche nel quarto film del ciclo de Il Pianeta delle scimmie 1999 - la conquista della Terra (1972) e in Una pallottola spuntata (1988).
Il produttore Robert Sallin notò che "sia la versione di Sowards che quella di Peeples non funzionavano. Erano troppo televisive, sembravano un lungo episodio della serie TV. Le relazioni interpersonali tra gli umani non mi sembravano molto solide e c'erano un sacco di stramberie intergalattiche in quei copioni che mi sembravano prendere il sopravvento su tutto il resto." Lo script di Peeples fu accantonato ed il produttore esecutivo Harve Bennett decise di mettere mano personalmente a quello con Khan, con la consulenza di Judy Burns, con la quale aveva già lavorato nella serie L'uomo da sei milioni di dollari. Fu durante questa fase che la morte di Spock, che nelle prime stesure doveva avvenire quasi all'inizio, venne spostata progressivamente sempre più avanti, in modo da avere una maggiore risonanza emotiva sugli spettatori.

Mancava ancora il regista. "Stavo preparando una lista di nomi che pensavo potessero essere accettabili per questo film" ricorda ancora Sallin. "Avrò avuto tra i 30 e i 40 nomi ma la lista andava continuamente restringendosi perché non volevano fare Star Trek, o non volevano fare il seguito di Star Trek, o non volevano fare fantascienza, o non volevano avere a che fare con troppi effetti speciali, o non erano disponibili. Molti semplicemente non volevano farlo dopo quello che era successo col primo" (difficoltà brevemente riassunte all'inizio di questo articolo, ndr). "Poi venne fuori il nome di Nicholas Meyer. Avevo visto L'uomo venuto dall'impossibile (Time After Time, 1980) e l'avevo trovato davvero pieno di finezze e inventiva. Gli spedimmo il soggetto e ci incontrammo e ricordo che durante tale incontro dissi ad Harve: Penso che questo ragazzo sia vera dinamite. Ha una grande visione di quello che può essere fatto qui. Lo studio sembrò reagire positivamente alle sue idee per cui alla fine ebbe l'incarico. In tutta sincerità è la riscrittura non accreditata fatta da Nick quella filmata. Harve ha dato il suo contributo, Sowards ha dato il suo contributo, io ho dato il mio contributo, ma alla fine quella che è stata usata è stata la versione di Nick, sebbene lui non ne abbia mai preteso credito. Il suo agente gli disse che era matto ma lui disse che era semplicemente qualcosa che voleva fare." Nonostante ciò, per i tipici contorti meccanismi della Mecca del Cinema, ufficialmente la sceneggiatura di ST II è attribuita al solo Jack B. Sowards sebbene questo non corrisponda evidentemente al vero.

Nicholas Meyer non era un fan della serie e ammise candidamente di non averne mai visto un episodio prima di essere contattato per fare questo film. Si concentrò sui personaggi e sviluppò un approccio alla narrazione come se intendesse raccontare un'antica storia di battaglie marittime tra galeoni e vascelli. "Vidi Star Trek - The Motion Picture dopo che mi fu offerto questo" ricorda il regista "e non mi piacque molto. Per certi versi era spettacolare ma non mi piaceva il modo in cui apparivano i personaggi e la deprecabile assenza di storia e interazione umana. A parte le ovvie considerazioni finanziarie ci sono di base due motivi per cui si fanno remakes e sequels. Uno è che, per qualche ragione, è passato tanto tempo ed il pubblico non ha visto l'originale, se non in qualche trasmissione in TV a tarda sera. L'altro può essere che ci fosse qualcosa di sbagliato nell'originale. Non era forse riuscito ad ottenere quello che si erano preposti, o potevano esserci miglioramenti. Guardai il primo film e pensai che non c'era assolutamente modo che potessimo fare un film così pieno di ennui come quello. Sapevo anche che potevamo farlo per un quarto del costo, cosicché probabilmente saremmo stati considerati dei veri eroi!". Infatti, visto il budget di gran lunga inferiore rispetto al primo film, si dovettero anche adottare soluzioni ingegnose per contenere i costi, come l'utilizzo dello stesso set modificato per il ponte di comando sia dell'Enterprise che della Reliant, trucchi in ripresa per far apparire gli ambienti più grandi di quanto non fossero in realtà, nonché il riutilizzo di alcune sequenze spaziali girate per il film di Wise. Anche la tuta spaziale indossata da Checov è la stessa che indossava Spock nel primo film. (A proposito di Checov c'è anche un errore nella continuity della saga in quanto egli non compariva nell'episodio TV del 1967 eppure inspiegabilmente Khan quando lo vede su Ceti Alpha 6 lo riconosce ugualmente.) Con Meyer per la prima volta c'è una svolta diciamo più militarista nella presentazione dei gradi e delle uniformi. Ai famosi "pigiamini" della serie originale, riadattati ma tutto sommato mantenuti nel primo lungometraggio, si sostituiscono delle divise vere e proprie. Vennero appositamente disegnati gradi da esibire sulle uniformi, introdotte procedure a bordo tipiche della marina e in generale si respira un'aria più da struttura para-militare di quanto non fosse mai avvenuto prima. Non siamo del tutto sicuri che Roddenberry fosse entusiasta riguardo a questo tipo di modifiche, ma c'è da ricordare il suo ruolo ormai piuttosto marginale a livello decisionale.