Ma che caldo fa?
Le analisi strumentali hanno dimostrato senz'ombra di dubbio che, a partire dal 1750, anno convenzionale in cui si è ipotizzato l'inizio della Rivoluzione Industriale, fino al 2000, la temperatura dell'emisfero nord è aumentata complessivamente di 1,1 °C. Di questo innalzamento totale, il 64% è avvenuto nell'arco di 240 anni, ovvero dal 1750 al 1990, mentre il restante 36% si è verificato solo in un decennio, ovvero dal 1990 al 2000. Ciò significa che nell'ultima decade XX secolo la velocità di incremento della temperatura è stata in media 6-7 volte più rapida che in passato. Insomma, che qualche effetto l'uomo lo stia producendo questo è certo. Un po' meno sicure sono le conseguenze a breve, medio e lungo termine. Come abbiamo potuto vedere, le variabili in gioco che concorrono al clima quale noi lo sperimentiamo, sono innumerevoli, e spesso molte di esse non sono nemmeno del tutto evidenti. I gas-serra presenti nell'atmosfera sono solo la punta dell'iceberg di uno dei sistemi naturali più complessi da modellare scientificamente. Ci sono da considerare gli effetti delle nuvole, l'albedo, lo strato d'ozono, le radiazioni solari, gli aerosol, le temperature degli oceani, e molte altre variabili, tra cui forse anche addirittura i raggi cosmici che, come hanno azzardato recentemente alcuni scienziati, potrebbero essere responsabili del raffreddamento della Terra, abbattendo in questo modo, se ciò si dimostrasse vero, quasi del 50% gli effetti dei gas-serra sulla temperatura globale. Insomma, pur essendo ormai assodato che le attività umane hanno una quota parte consistente di responsabilità riguardo all'incremento dell'effetto serra e della temperatura del globo, è altrettanto vero che non si sa ancora bene in quale misura ciò sia vero, né per questo si può estrapolare con una certa precisione verso dove questa tendenza attuale può dirigersi nel prossimo futuro. In un certo senso, quelle che leggiamo sui giornali o che sentiamo alla televisione sono tutte congetture, benché basate su dati scientifici precisi e documentati. Per questo, studiare sistematicamente il clima del passato e del presente è diventata negli ultimi decenni una questione molto importante. A questo scopo, l'ONU ha istituito un Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), un organismo composto da 2500 scienziati di tutto il mondo che si propone di vagliare ciò che la scienza propone in fatto di cambiamenti climatici e fornire una linea guida autorevole e ufficiale per tutti i paesi del mondo, rispetto a un problema che non può essere sottovalutato, ma che nel contempo non può neanche essere raccolto al volo senza un adeguato spirito scientifico critico. Nel rapporto IPCC del 2001 si legge che "c'è una grande evidenza dell'influenza umana" sul clima, che i gas-serra provocati dalle attività umane "hanno dato un contributo sostanziale al riscladamento osservato negli ultimi 50 anni" e che, se la tendenza osservata finora procederà allo stesso modo, entro il 2100 si verificherà un incremento della temperatura globale del pianeta compreso tra 1,4°C e 5,8 °C. E se la temperatura si innalzasse veramente di 6 °C si tornerebbe alla temperatura che c'era nel Periodo Cretaceo, quando vicino al Polo Nord vivevano scimmie e alligatori e nella zona dove oggi sorge Londra c'era una palude tropicale...
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