Scenari
Senza voler, né poter essere esaustivi su un argomento così vasto e complesso come questo, abbiamo analizzato molti argomenti, e abbiamo considerato molte prove convincenti riguardo al presente, ma a proposito del futuro è anche evidente che i "se" sono ancora molti, e altrettanti sono gli "scettici" convinti che l'aumento dell'"effetto serra" sia solo una bufala globale. Innanzitutto, abbiamo visto che le variabili e i parametri che entrano nel gioco del clima globale sono innumerevoli e, con tutta probabilità, non sono nemmeno note tutte le loro complesse interazioni. Inoltre potrebbero esserci altri fattori di influenza del clima, cui gli scienziati non hanno ancora pensato, o che non sono stati considerati nelle giuste proporzioni. I modelli climatici sono sempre parziali e non possono tenere in considerazione tutte le variabili contemporaneamente. Questo è un dato di fatto. Non significa che non stia accadendo niente, ma che le conseguenze potrebbero avere proporzioni o andamenti diversi dalle attese e delle proiezioni. A questo proposito gli scienziati dell'IPCC hanno ipotizzato ben sei diversi scenari (detti SRES: Special Report on Emission Scenarios), alcuni più drammatici, altri meno, su come potrebbe ragionevolmente evolvere il mondo attuale dal punto di vista economico, sociale e ambientale nel prossimo secolo, e quali potrebbero essere i relativi impatti sulle emissioni dei gas-serra. Se alcuni di questi scenari si avvicineranno alla realtà lo sapremo soltanto a posteriori. Ma c'è anche chi avanza dubbi sull'effettiva esistenza di un simile pericolo. Chi afferma che il riscaldamento in atto sia di origine naturale, chi dice che la copertura di nuvole diminuirà il riscaldamento globale, chi è certo che gli aerosol saranno sufficienti a normalizzare le temperature globali. E' dunque giustificato il "panico da clima"? Oppure è salutare porre solo una grande dose di attenzione e di sensibilità al problema? Abbiamo già visto che il Protocollo di Kyoto del 1997 è stato un mezzo buco nell'acqua. L'intesa raggiunta ha chiesto ai paesi industrializzati di intraprendere azioni per diminuire le emissioni di gas-serra del 5,2% sotto i livelli registrati nel 1990 entro il 2012.
(Variazione delle temperature dal 1760 al 2100. Dal 2001 in poi vengono identificati diversi andamenti ricavati da differenti scenari politici, economici e sociali suggeriti dall'IPCC - Fonte: IPCC)
Ma il 5,2% è ben poca cosa rispetto alla riduzione immediata del 60% invocata dagli scienziati dell'IPCC. Economia e politica, ovvero soldi e politica, sono sempre andati e sempre andranno a braccetto, e gli USA e i paesi produttori di petrolio, Arabia Saudita e Kuwait in testa, hanno abusato del loro potere per non perdere importanti quote di mercato derivate dalla vendita dei combustibili fossili, quando molte nazioni europee si erano già dette disponibili a una riduzione del 20% entro il 2012. Ma secondo gli scienziati anche il 20% non sarebbe bastato. Per essere al sicuro, la riduzione dovrebbe essere del 90% entro il 2025. E per fare questo, abbandonare i combustibili fossili inciderebbe "solo" del 57%. Il resto dovrebbe provenire da un uso corretto delle risorse, da coltivazioni biologiche su larga scala, da una miglior gestione delle discariche di rifiuti, dal blocco del disboscamento a livello planetario.
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