Potrei anche chiuderle e conservare per me la sala controllo, con l'alloggio annesso e il sintetizzatore di cibo. Ma non mi danno fastidio, anche se sono così vuote e potrebbero risuonare di echi al mio passaggio, se non fossi a piedi nudi.
Un giorno, in un solo pomeriggio, ha frugato tutte le baracche cercando oggetti dimenticati dal personale. Ha trovato:
- un pettine senza tre denti
- un accendino
- una foto con dedica
- due elastici
- una penna a spirito, arancione.
Ha buttato tutto in mare dall'altro lato dell'isola.
Il computer non mi prende molto tempo: funziona sempre regolarmente, e i missili continuano a partire senza che io debba occuparmene. Così, trascorro le giornate alla baia con i gabbiani, e qualche volta con le tartarughe. Però le tartarughe mi piacciono meno. Ho una radio molto potente, l'accendo solo alle ore stabilite per emettere e ricevere il segnale di "Tutto regolare". Preferisco ascoltare vecchi dischi di musica classica che ho trovato in magazzino.
Ho capito cosa stava succedendo prima ancora di entrare nel perimetro del campo: i loro pensieri mi sono arrivati addosso tutti assieme, e dicevano solo: "Andarsene!"
Il resto è stato facile, quasi banale: il comandante mi ha spiegato quanto ero indispensabile, e la mia grande fortuna di restarmene lì lontano dalla guerra mentre loro tornavano a casa; io ho risposto: "Naturalmente", e ciascuno di noi due ha liberato l'altro dall'imbarazzo della sua presenza. Poi sono uscito nel sole e mi sono divertito a girellare in silenzio fra loro che stavano preparando i bagagli, gli uomini con cui avevo finto di ridere, che avevo finto di ascoltare, le donne, con alcune avevo fatto l'amore con altre no, tutte le avevo detestate per il loro ridere rumoroso. Almeno una volta sono riusciti a divertirmi, mentre coglievo nei loro pensieri il disagio di avermi là. Me ne sono andato presto: non avrei mai sopportato che qualcuno tentasse di giustificarsi venendo a salutarmi.
Le luci del computer si spengono tutte assieme, tranquillamente, tranne quella che indica: "Nessuna direttiva".
Per tutta questa settimana non ho avuto risposta ai miei segnali, e il computer non riceve direttive dal Centro. Ho deciso di lasciare la radio sempre accesa, d'ora in poi.
III.
I giorni vengono lentamente, come l'onda alla riva.
Le notti vengono lentamente, nello scivolare della luna sull'acqua.
S. passeggia lungo l'arco della baia cercando le impronte lasciate il giorno prima; o si sdraia sotto le palme e guarda su, verso il cielo lacerato dal verde. A volte raccoglie una conchiglia lucente e resta a sorprendersi della sua trasparenza.
Intorno i gabbiani indifferenti, e la luce del gran sole che a mezzogiorno fiorisce in cielo come un'esplosione fermata nel tempo.
Oggi ho spento la radio.
Il paese sul mare, laggiù nel Sud dall'altra parte del mondo: notti d'estate passate lungo la spiaggia, e quante stelle in cielo, i fuochi, le saline col loro biancore abbacinante e risa su volti abbronzati, e sempre in mente quel gran brusio di pensieri estranei che odiava, benché ne ricavasse una specie di piacere, scoprire così i loro miseri superficiali segreti di tutti i giorni.
Ora resta un gran silenzio d'acqua che va lenta, la corrente pigra trascina solo i suoi pensieri come ciuffi di piante acquatiche senza radici. E li ferma, li scruta come un ragazzo fermerebbe con un bastone quelle false isole vaganti per trovarvi qualcosa di prezioso al suo gioco.
Fra le alghe oggi due pesci hanno combattuto. Osservavo, seduto immobile sul fondale; la danza si snodava vicinissima al mio viso, tanto che con un solo gesto avrei potuto interromperla.
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