Spettacolare e - al tempo stesso - più evoluto sotto l'aspetto degli effetti speciali rispetto altri film del genere, Hulk ha un po' l'unico punto debole nel viso del personaggio che sembra abbastanza finto e che - comunque - è decisamente meno espressivo di quello di Gollum in Il Signore degli Anelli. Per il resto la sequela di effetti speciali "impaginati" come nelle tavole di un fumetto, fanno di questa pellicola un prodotto emozionante e inatteso in grado di soddisfare tutti per il suo alto grado di contaminazione tra sacro e profano, cinema d'autore e effetti speciali, introspezione psicologica e battaglie clamorose in cui, però, manca un vero e proprio nemico. Non esiste un altro supereroe, un avversario degno, fino alla fine quando Ang Lee ci conduce a un finale commovente e tenero nella sua geniale messinscena.
Basato su una sceneggiatura ottima e rigorosa, Hulk è un film dal grande messaggio nei confronti dell'intolleranza contro il diverso e contro le manipolazioni genetiche. Una sublimazione dell'idea di come la rabbia possa venire placata dall'amore, ma soprattutto uno straordinario punto di incontro tra generi diversi in cui la sensibilità dell'autore trasforma il pop corn movie in una lotta epica per l'affermazione della libertà di essere e del diritto ad esistere.
Come i personaggi del film, il pubblico diventa testimone della nascita di un'altra forma di vita: un cinema d'autore che sublima le storie pop degli anni sessanta legate al mondo dei fumetti in un punto di incontro tra entertainment e intensità narrativa in grado di commuovere e - soprattutto - far pensare al significato ultimo dell'essere uomini. Come nella migliore tradizione del cinema di fantascienza e fantastico.
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