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Hai ragione, niente anticipazioni; veniamo all'ultimo racconto. Nel I secolo d. C., la principessa ebrea Berenice e l'imperatore Tito, hanno avuto un figlio maschio, ebreo a tutti gli effetti secondo la legge mosaica, educato segretamente nel giudaismo. Dopo un paio di secoli di acuti contrasti, l'ebraismo è divenuto la religione ufficiale di un Impero Romano che, sia pure con difficoltà, sussiste ancor oggi. I Cristiani esistono, ma sono diffusi soprattutto tra i barbari di lingua germanica o slava del Nord. Il romano-ebreo Mauro Ariel verrà coinvolto in una missione che lo porterà, suo malgrado, molto lontano.
Da come ne parli sembrano però dei racconti separati
Nei mondi di Ucronia, si svolgono avventure di guerra e pace, spionaggio e indagini, viaggi ed incontri, proprio come avverrebbero da noi; il filo conduttore dei quattro momenti del romanzo è dato proprio dalla presa di coscienza del fatto che questi mondi esistono, e dal tentativo di comunicare. Come comprenderai, uno degli elementi più difficili e insieme affascinanti era la ricostruzione del livello di civiltà e dei modi di vita di quei mondi stranieri da ogni punto di vista. In tutti, come dicevo, ho voluto che ci fosse la presenza, in primo piano o sullo sfondo, della religione, che in fondo è uno degli elementi base di ogni esperienza e caratterizzante di ogni civiltà. In tutti c'è il motivo tipico del racconto d'avventura: quello del viaggio. In tutti, non ho saputo resistere alla tentazione del gran finale, con sorpresa.
Beh, a questo punto ho fretta di leggerlo. Se giuro che ne compro una copia, mi passi le bozze?
Ogni tuo desiderio è un ordine.
Grazie. A questo punto, suppongo che tutti si attenderanno che io ti chieda quali sono i tuoi progetti per il futuro, e non bisogna mai deludere le aspettative del pubblico.
Qui occorre una premessa: negli scorsi dieci anni avevo pubblicato libretti di argomento storico, pedagogico o guide turistiche. Il primo libro vero e proprio, bello grosso con copertina e sovracopertina illustrata da mia figlia, secondo la teoria per cui le cose fatte in famiglia sono le migliori, e intitolato A Ovest di Thule, l'ha tenacemente voluto la piccola casa editrice di Urbana, un paese vicino al mio, che mi stava pubblicando la Guida al Duomo di Montagnana, e che non ringrazierò mai abbastanza per la fiducia accordatami. Questo succedeva lo scorso anno, quando, zitto zitto, con il mio fardello di inconfessabili speranze, presentavo il mio romanzo al Premio Urania. A febbraio, potevo dirmi soddisfatto: caspita, due libri in un anno. Poi mi telefona un editore di Torino, a ricordarmi che il manoscritto di Soldati dell'Imperatore, era pronto per la stampa: "Non è possibile, tre libri": sto sognando. No, quattro! rilancia l'editore di Urbana; sembra la storia dei cuccioli dalmati di La Carica dei 101: "caro Professore, se ha un libro nel computer, glielo pubblichiamo per
Natale". Caspita se ce l'ho! Infine, il 31 maggio arriva la telefonata di Lippi. Se fossi una persona ragionevole, direi, come Figaro, "uno alla volta, uno alla volta, per carità", vediamo di non svenderci, di non saturare il mercato, ma siccome sono un essere irrazionale, dico che dopo una dozzina d'anni di digiuno, una bella indigestione è quello che ci vuole. Tanto, nel computer ci sono ancora un romanzo di fantascienza, del tipo space-opera e due racconti brevi, due altri racconti di genere diverso, un quarto di romanzo - scusa l'espressione da macellaio - un saggio storico, un volume sui viaggi degli antichi, uno sulle lingue indoeuropee, uno sulla didattica della storia.
E se a qualcuno passa per la mente un pensierino del tipo "si vede che i professori hanno tempo da perdere", lo sbrano: nel cassetto della scrivania ci sono dieci floppy strapieni di titoli di temi, verifiche, verbali, relazioni, progetti, prospetti, microsaggi, riassunti.
Controllare per credere.
Grazie per la chiacchierata, e ancora complimenti.
E grazie a te.
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