A volte, al contrario, non erano che un'ombra, un'immagine, un ricordo, una visione idealizzata che inseguiva, ispirava o perseguitava il protagonista, segno che da Dante e Petrarca in poi non si è fatta molta strada.

Potrei andare avanti ancora a lungo, ma per pietà dei pochi giunti fin qui mi fermo.

Ho parlato al passato, certo. Ora le cose sono cambiate... almeno così si dice. Non mi vengono in mente riferimenti significativi alla letteratura recente, almeno a quella scritta da uomini, se non qualche caso americano vistosamente, forzatamente politically correct a tutti i costi, che sa tanto di compitino, ma ho ben presenti i casi di film, fumetti, telefilm, videogiochi.

La migliore rimane sempre, per me, la grande Ripley dei vari Alien. Però, però... anche qui, a essere pignoli... in fondo combatte un'aliena terribile ma "femmina", e spesso è pesantemente coinvolto il senso materno... E poi, cavoli, quella scena del secondo film dove con un braccio tiene la bambina, che peserà almeno trenta chili, con l'altro un fucile mastodontico... ma neanche Rambo, neanche... Ecco, appunto: forse nell'ansia di politically correct si esagera un cincinino.

Certo, ci sono delle eroine diverse: Xena, Buffy...ma qui siamo più nel fantasy-horror, territorio dove è sempre stato riconosciuto un certo spazio alle femminucce, e poi c'è come un'ombra, una sfumatura gay, quasi a voler rassicurare, a voler dire: le donne "normali" non sono così. Per non parlare di serie assurde come Streghe (Charmed nell'originale) con protagoniste che lottano contro i demoni fra dialoghi improbabili, personaggi maschili incolori, trame ridicole, il tutto naturalmente sempre con pettinature trendy e abbigliamento all'ultimo grido. Certo, minigonne attillate e tacchi a spillo sono l'ideale nei combattimenti e negli inseguimenti.

Nella fantascienza recente ci sarebbe Max di Dark Angel: ma quel telefilm non mi pare niente più di un tentativo, troppo freddo e patinato per coinvolgere. E poi, a dirla tutta, a me eroine come quella o come la Lara Croft di Tomb Raider, o come le Charlie's Angels, sembrano più che altro frutto di una nuova scoperta maschile: che le bambolone, dopotutto, è più divertente farle giocare e vederle in movimento, piuttosto che lasciarle lì come belle statuine. Un progresso fino a un certo punto. Una nota positiva, piuttosto, la spenderei per la serie degli X men: certo, anche lì le bellone sono ampiamente evidenziate come tali, ma perlomeno hanno un ruolo un po' più paritetico, e poi ci sono i "belloni" (anche se disegnati con meno passione...) e c'è anche una certa ironia che non guasta mai.

In definitiva, comunque, le eroine, siano le loro avventure rivolte a un pubblico maschile, femminile, o entrambi, possono essere forti, ma devono essere anche belle, da contratto. Perché gli uomini possano apprezzarle, e le donne "identificarsi" in loro. Come se una donna dovesse per forza identificarsi nella bellezza, con il risultato di ingenerare ulteriori frustrazioni e sensi di colpa, nel confronto con se stessa. Ma tanto le donne ci vivono, con i sensi di colpa. Sono come il pane quotidiano, per loro.

Invece, gli eroi maschi possono anche essere solo forti, e basta. La bellezza non è un requisito.

Per riassumere, niente di nuovo sotto il sole, dopotutto. E non sarò certo io, povera untorella, a spianare una prassi consolidata e di successo.