Un'aliena, una diva e un robot
La saga televisiva di Star Trek non aveva mai lesinato una certa componente provocante alle sue protagoniste e le uniformi femminili dell'Enterprise prevedevano minigonne non esattamente castigate. In occasione del primo film della serie, peraltro poco gradito ai fan e alla critica pur avendo più di uno spunto interessante, il creatore della serie non rinunciò al look delle sue eroine spaziali, anzi lo reinventò, costruendo un nuovo personaggio insospettabilmente sexy. In Star Trek The Motion Picture (1979), Persis Khambatta, attrice di origine indiana Miss India 1965 e purtroppo scomparsa prematuramente nel 1998 a soli 48 anni, vestei panni del tenente navigatore Ilia del pianeta Delta IV. La genialità di Roddenberry e l'orginalità del personaggio sta nel fatto che la donna è presentata con un look completamente glabro, senza capelli né sopracciglie, ma complici due lunghissime gambe, due occhi incantevoli e un mini look decisamente in linea con i canoni della serie televisiva, il personaggio finisce per possedere una notevole carica sensuale e, alla fine, tra le cose del film che restano nella memoria, c'è proprio l'originale personaggio di Ilia e la scena in cui ricompare sotto la doccia... Se come abbiamo visto, le attrici citate in precedenza erano per lo più sconosciute al grande pubblico, agli inizi degli anni '80 la bellissima Farrah Fawcett era invece una delle dive del momento, non tanto grazie al cinema, quanto per la notorietà acquisita nei panni di una delle Charlie's Angels. Così il personaggio di Alex, compagna di Kirk Douglas in Saturn 3 (1980), è tagliato appositamente per mostrare tutta la sua avvenenza. I due protagonisti sono infatti gli unici abitanti di una stazione di ricerca in orbita intorno a una delle lune di Saturno e fin dall'inizio è chiaro che, più che dedicarsi alla ricerca di culture alternative da cui ricavare nuovi alimenti per la Terra, i due sembrano privilegiare pratiche di accoppiamento durante le quali, la Fawcett non perde occasione per sfoggiare la sua migliore biancheria bianca. Ma poi dovrà armarsi di tutto il suo coraggio per tenere testa a Hector, il bizzarro robot portato da Harvey Keitel sulla stazione di ricerca che, una volta assemblato, perde la testa per lei in una sorta di originale anche se non riuscitissimo Terminator ante litteram. E a proposito di esseri artificiali, uno dei robot contro cui se la deve vedere Harrison Ford in Blade Runner (1982) non è proprio niente male. Insomma, il replicante Pris interpretata da una giunonica Daryl Hannah, è un personaggio che non si dimentica tanto facilmente, ma se è per questo, neanche Zhora. Joanna Cassidy resta sullo schermo con il suo pitone sintetico solo per pochi minuti, ma il suo corpo cosparso di brillantini reduce da uno spettacolo sexy ci ammalia ancora oggi, a più di vent'anni di distanza.
Eroine da playstation
Un po' grazie all'incredibile successo della saga di Alien e del personaggio di donna guerriera, e un po' per l'affermarsi sempre più spinto nell'ambito di tutti i media di una sfrenata cultura della bellezza e dell'attrazione sessuale, negli anni '90 il personaggio dell'eroina sexy ritorna spesso in una sorta di leit-motiv che non ha precedenti nella storia del cinema. Così l'incantevole Denise Richards diventa Carmen Ibanez un talentuoso cadetto spaziale che viene inviata ad affrontare i terribili alieni insettoidi che stanno minacciando l'umanità in Starship Troopers (1997). Contemporaneamente Milla Jovovich è la tanto avvenente quanto ingenua ed efebica Leeloo, perno dal quale dipende la salvezza dell'umanità ne Il Quinto Elemento. Come in Barbarella, anche nel caso de Il Quinto Elemento i costumi, disegnati appositamente dallo stilista francese Jean-Paul Gautier, giocano un ruolo fondamentale nella patinata sensualità della protagonista. La Richards e la Jovovich sono entrambe belle ed entrambe perfette, come uscite dallo schermo di un videogioco. E in un videogioco la stessa Milla Jovovich ci finisce dentro fino al collo nella versione cinematografica di Resident Evil (2002), in cui nei panni di Alice, armata di coraggio e fucile di grande potenza, deve vedersela contro un esercito di zombie mutanti che non hanno alcuna intenzione di lasciarla uscire dal laboratorio multilivello in cui è prigioniera insieme con un altro manipolo di malcapitati. Qui la Jovovich incarna il tipico clone della Weaver di Alien, ma il risultato, complice non solo gli occhi chiari e il vestitino sottoveste rosso strappato, ma anche una buona trasposizione del videogioco, non è disprezzabile. Molto peggiore, benché partita con ambizioni di portata ben maggiore, è la versione cinematografica di un altro videogioco entrato nella leggenda, Tomb Raider (2001). Anche in questo caso l'eroe questione è una donna, l'iper-celebrata Lara Croft ormai assunta a icona, incarnata nel film dagli adeguati panni di Angelina Jolie che esigenze di "copione" hanno costretto a imbottirsi il reggiseno!
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