Flash & Flesh
Gli schermi rimandavano ancora gli echi di King Kong, che al cinema per la prima volta sbarcò Dale Arden, impersonata dalla bella Jane Rogers. Parliamo di Spaceship to the Unknown (1936, lett. L'astronave verso l'ignoto), da noi semplicemente conosciuto come Flash Gordon. Forse non si può definire Dale Arden una vera e propria eroina sexy, eppure le atmosfere create da Alex Raymond per il fumetto hanno sempre avuto una carica sensuale non indifferente e da cui Dale Arden, la bionda fidanzata di Gordon, non è del tutto immune. In realtà il film del '36 fu la versione cinematografica condensata dei dodici episodi di un costosissimo serial televisivo, di cui fu realizzato un seguito e una successiva versione per il grande schermo meravigliosamente intitolata Purple Death from Outer Space (1940, lett. La morte purpurea dello spazio esterno). Malgrado la caduta di stile e una leggera deviazione dall'argomento principale di cui speriamo ci perdonerete, parlando di Flash Gordon e di situazioni sexy non possiamo esimerci dall'accennare a Flesh Gordon (1974 - flesh in inglese significa "carne" -), versione semi "hard" del fumetto quasi omonimo che non tutti conosceranno e di cui vale la pena ricordare per sommi capi l'indimenticabile trama. Dunque, accade che negli anni '30 la Terra sia sconvolta da un vento di follia erotica proveniente dal pianeta Porno. Così, a bordo di un missile a forma di pene, Flesh Gordon, la sua amichetta Dale Ardor e il professor Vaffa partono per salvare la Terra dalla distruzione. Su Porno, che nella versione italiana fu tradotto in Korno (!), i nostri protagonisti si imbattono subito nei "penosauri" mostri dalle eloquenti caratteristiche fisiche che vogliono utilizzare sulla Arder, dopodiché, per sconfiggere il tiranno del pianeta, Flesh Gordon è costretto ad allearsi con una sorta di Robin Hood dalle tendenze omosessuali, finché i nostri eroi riescono, ovviamente, nell'impresa e ritornano sulla Terra. Va detto che, benché il film sia stato girato con veri intenti pornografici, le scene hard esplicite vennero tutte tagliate dalla versione distribuita nelle normali sale cinematografiche e Flesh Gordon resta una pellicola porno-comica, con effetti speciali non del tutto disprezzabili. Tornando a Flash Gordon, ricordiamo infine, più per dovere di cronaca che per meriti, l'ultima versione del 1980, famosa più per la colonna sonora dei Queen, che per le avvenenti forme di Melody Anderson nella parte di Dale Arden o per quelle della nostra Ornella Muti nei panni della Principessa Aura o per la presenza di attori del calibro di Max Von Sydow e di Mariangela Melato. Fu un flop di proporzioni cosmiche. Fu invece un grande successo (e come sarebbe potuto essere altrimenti, viste le premesse?), la pellicola che, a buon diritto, vide sullo schermo la prima e forse unica eroina fantascientifica davvero sexy in tutto e per tutto.
Dalle strip allo strip
Ancora una volta dobbiamo dire grazie ai fumetti, che non di rado, e di recente sempre di più come vedremo più avanti, hanno fornito materiale, idee e soggetti al cinema. E' il 1962 e Brigitte Bardot è la donna che tutti i maschi del pianeta vorrebbero vedere su un letto, nuda e imbronciata. Allora il privilegiato in questione era un regista francese di nome Roger Vadim che l'aveva già diretta in più di una pellicola, ma della quale si sarebbe stancato ben presto. Proprio in quell'anno, modellata sulle sue forme, un giovane disegnatore francese di nome Jean-Claude Forest crea un fumetto dove una protagonista decisamente provocante ha delle avventure spaziali condite anch'esse in maniera piuttosto piccante. E' una ragazza terrestre di un lontano futuro che va a spasso nello spazio per dimenticare una delusione amorosa (ed eccome se la dimentica!) e incappa in avventure di ogni genere come una sorta di super-amazzone del futuro. "II nome mi è venuto pensando che questo personaggio doveva essere una ragazza un pò selvaggia e quindi barbara, ma nello stesso tempo gentile, da cui il diminutivo...", avrebbe dichiarato poi Forest nel corso di un'intervista. Malgrado il contorno sexy, Barbarella è il prototipo di donna libera, disinibita ed emancipata, che sceglie di volta in volta il proprio compagno occasionale. Da questo punto di vista, Barbarella era in effetti davvero una ragazza del futuro e Forest aveva visto giusto rispetto alla tedenza verso la quale si sarebbero traformati i costumi sessuali nei decenni a venire. In una delle sue avventure Barbarella finisce addirittura a letto con un robot, il quale si scusa con lei se i suoi slanci hanno qualcosa di meccanico! Manco a dirlo, al suo apparire Barbarella suscitò un certo scandalo e diede il via al cosiddetto fumetto fantaerotico, ma se oggi la ricordiamo, non è tanto per le strip, ma per lo strip integrale a gravità zero che compie, durante la sequenza dei titoli di testa, un'incantevole Jane Fonda in Barbarella (1968), versione cinematografica tratta dal fumetto omonimo. Guardacaso dietro la macchina da presa c'era lo stesso Roger Vadim ex-marito e pigmalione della Bardot e adesso marito (e altrettanto pigmalione!) della Fonda.
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