Qui la fantascienza è tutta nell'inizio, in pieno stile cyberpunk: con Eiji che, per penetrare nell'ufficio superprotetto del padre, utilizza tecniche da hacker, si impadronisce di password segrete, affronta guardie del corpo androidi armate di raggi laser... ma è solo una delle tante fantasie del ragazzo, così strettamente intrecciate con la realtà che il lettore non è mai sicuro di avere di fronte le une o l'altra. Dopo il cyberpunk, la vita di Eiji assume di volta in volta le forme di un dramma, di una commedia slapstick, di un noir alla pulp fiction, di un fumetto manga, mentre le fanno da contrappunto ulteriori storie come il diario di un kamikaze (il nonno di Eiji) o i bizzarri racconti fantastici di una scrittrice per bambini, formando un intreccio senza fine che sembra voler inglobare ogni possibile storia.
E' evidente in Mitchell l'influenza dell'autore di Se una notte d'inverno un viaggiatore, Italo Calvino, influenza peraltro apertamente dichiarata dallo scrittore inglese. Troviamo in lui la stessa volontà di giocare con i generi, di avvincere il lettore proprio nel momento in cui gli si rende perfettamente chiaro che la storia che gli viene raccontata è in realtà equivalente a infinite altre.
Più sorprendente per noi, forse, è la sua capacità di inserire all'interno delle sue trame blocchi di fantascienza perfettamente convincenti. Riguardo alla propria ispirazione fantascientifica l'autore è alquanto reticente, e ammette solo a denti stretti di essere stato un lettore di Asimov. "Troppo poco e troppo banale", si dirà, specie considerando che Mitchell si limita a rielaborare nelle sue trame spunti ben noti a tutti gli appassionati di SF. Tuttavia la sua scrittura non trasmette certamente quella sensazione di "già sentito" propria di chi si improvvisa scrittore di fantascienza. Al contrario, gli elementi fantascientifici sembrano acquisire nuova vitalità dall'insolito contesto in cui sono inseriti. Dipenderà anche dal fatto che Mitchell è non solo uno scrittore con eccezionali capacità di mimesi, in grado di immergersi senza sforzo nei punti di vista di culture molto lontane dalla sua e dalla nostra; ma anche uno che non dimentica mai, neanche nel mezzo dei suoi più bizzarri esperimenti, di tenere il lettore inchiodato alla pagina in attesa del prossimo colpo di scena.
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