Sbang, sock eccetera. E bonghi, of course. Il pubblico scoppia in lacrime invocando il motivetto della "Dune Buggy" e le ben più credibili risse di "Altrimenti ci arrabbiamo".
Tra il lusco e il brusco, Trinity torna al mondo reale (probabilmente c'è stato un taglio di troppo nel montaggio: gli spettatori applaudono con gratitudine), mentre Neo e Morpheus seguono il Fabbricante di Chiavi dall'Architetto.
Ma entrare nella stanza segreta del creatore di Matrix non è facile. Sembra che la sequenza esatta sia "destra, destra, spada, salto, destra, avanti". O forse questo era il pattern finale di Dragon's Lair? Non importa, tanto è lo stesso.
L'Architetto è una via di mezzo tra Piero Angela e Gianni Minà invecchiato. Siede in posa da Padreterno davanti a una parete strapiena di monitor tipo la redazione del TG2 ma senza il giochino demente di Lippi alla fine.
- Ah... l'Essere... il Libero Arbitrio... la Voce e la Via... - blatera in un agghiacciante sermone di quindici ore in cui si afferrano sì e no quindici sillabe.
- Scusa, Architetto, ma perché parli come un guru tibetano strafatto? - azzarda Neo.
- Conosci già la risposta a questa domanda.
- Di nuovo? Vuoi dirmi qualcosa di utile, cazzo, prima che dia una scarica di mazzate anche a te?
L'altro sospira. - Ah, sapevo che sarebbe stata questa la tua scelta, Neo. Allora va', ordunque, a salvare la tua donna dal nome metaforicamente cattolico dal Fato invincibile e mortifero che la attende, condannando così la tua trista specie a perpetuarsi nell'orrida schiavitù che opprime le menti e umilia le carni a meno di una profezia fallace di cui tu sei il sesto strumento e vittima a un tempo.
- Ma va' a cagher! - ribatte Neo. O forse è il pubblico.
E schizza via a mille all'ora a raccattare Trinity che è rientrata in Matrix giusto in tempo per gettarsi dal centesimo piano, beccarsi ottocento pallottole nella ghiandola pineale e spalmarsi modello Nutella sull'asfalto della strada sottostante.
- Ah, amore mio... - ansima pesta e sanguinante, però con gli occhialini neri del cazzo senza un graffio. - Per me è troppo tardi. Muoio.
Neo scuote la testa. - Secondo te mi sono vestito da Don Camillo per niente? Sta' a vedere, che adesso ti resuscito io.
Le infila una mano nel... ehm... Insomma, le fa un intervento in pranoterapia tipo i guaritori filippini sputtanati da Striscialanotizia e... Voilà, Trinity risorge più bella che pria. Il tutto col commento sonoro di terrificanti cori da opera lirica che fanno rimpiangere i bonghisti.
Ma le 72 ore sono scadute. Nel mondo reale, le 250mila seppie hanno fatto un mazzo tanto all'esercito di Zion (peraltro una gran massa di segaioli) e si preparano a radere al suolo la città degli umani liberi. Neo e Trinity si scollegano da Matrix, lasciano la nave di Morpheus in preda alle fiamme e fuggono per mettersi in salvo. Le seppie, però, li braccano. Li circondano. Li sovrastano. Quando sembra che non ci sia più nulla da fare, inspiegabilmente Neo fa saltare in aria i nemici con quello che sembra un peto elettronico.
E così, senza nessun cazzo di spiegazione e nel bel mezzo della battaglia, termina il film. Ghigno dei Wachowski e trailer della prossima puntata. Gli spettatori paganti assaltano la cassa per avere indietro i soldi del biglietto.
E giù botte.
Sbang! Sock! Stunf! Schiaffazz! Patapunf! Crash! Risbang!
Fine
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