Neo e Trinity scopano in dissolvenza sulle immagini del rave party. Poi scopano di nuovo. E poi ancora. E ancora, visto che la sequenza si replica, in una sagra del brodo allungato, fino all'ultimo secondo tollerabile prima che in sala gli spettatori diano fuoco alle poltroncine.
La mattina dopo, mentre tutti smaltiscono la sbornia, alla porta di Neo si presenta un corriere DHL.
- L'Oracolo ti vuole parlare, Eletto - informa.
- Non poteva mandare una e-mail?
- Devi rientrare in Matrix, Eletto: l'Oracolo ha da farti delle rivelazioni importantissime.
- Tipo in Matrix 1, quando la cosa più utile che mi ha detto è che i biscotti vanno cotti in forno? No grazie.
- Guarda che se rientri in Matrix potrai farti una serie di scazzottate che a confronto Bruce Lee era un gandhiano.
- Mi hai convinto. Andiamo.
Detto fatto, Neo si infila gli elettrodi in tutti gli orifizi disponibili, chiude gli occhi e si ritrova dentro il mondo simulato. L'aspetto del suo "avatar" è cambiato parecchio rispetto al primo film: ha un colorito da salma di tre giorni, una palandrana ieratica che dovrebbe richiamare Luke Skywalker in divisa da Jedi ma che invece lo fa somigliare a Don Camillo, e niente cellulare Nokia probabilmente perché i finlandesi non hanno rinnovato l'accordo di sponsor. Gli occhialini alla Stevie Wonder invece sono sempre gli stessi, da indossare rigorosamente anche in piena notte con un buio fottuto per creare il sintomatico mistero.
Giunto all'indirizzo comunicato dal pony-express, Neo si ritrova in un dojo modello Karate Kid.
- Salve - fa Neo al cinesino che gli apre. - Io sono...
- Nooooo! - esclama l'altro, scandalizzato. - Prima dobbiamo picchiarci, poi mi dirai chi sei e che cazzo vuoi. Così è scritto sul contratto.
E giù botte. Sbang! Sock! Stunf! Schiaffazz! Crash! Risbang! Pugn! Sbudell! Ditonellocch! Il tutto commentato da una colonna sonora eseguita evidentemente da una band di bonghisti in pieno delirio etilico.
- Ok - commenta il cinesino alla fine. - Il tuo kung-fu fa cagare, però gli effetti speciali sono gagliardi. Puoi passare.
Lo conduce in un tipico parchetto newyorkese pieno di deiezioni canine e piccioni rincoglioniti. L'Oracolo, seduta su una panchina, ha l'aspetto di una portinaia del Prenestino.
- Tu sei un software, vero? - esordisce Neo.
- Conosci già la risposta a questa domanda - replica la donna. - E comunque, software o no, recito meglio di te.
- Fai parte anche tu di Matrix?
- Conosci già la risposta a questa domanda.
- Perché mi hai fatto chiamare?
- Conosci già la risposta a questa domanda.
- Ma cos'è, il call center di Infostrada? - sbotta Neo, spazientito. - Vuoi dirmi qualcosa di utile, una buona volta?
- L'Architetto di Matrix ti chiarirà tutto, Neo. Ma prima devi scoprire dov'è. E prima di questo devi trovare colui che ha la chiave per entrare. Ma prima di questo devi trovare colui che sa dov'è colui che ha la chiave. Chiaro, no?
- Ho capito: sei un software scritto in Cobol.
- Ora devo andare, Neo. Abbiamo parlato troppo: per compensare devi menare le mani almeno venti minuti.
Difatti, come per magilla, all'improvviso appare l'agente Smith incazzato come un ornitorinco. E giù botte.
Sbang! Sock! Stunf! Schiaffazz! Crash! Risbang! Pugn! Sbudell! Calcneicoglion!
Per far capire al pubblico che questa scazzottata è diversa dalla precedente (un compito davvero arduo) all'improvviso Smith si duplica. Poi si triplica. E così via, finché la piazzetta non è piena di gente vestita da Franco Battiato dedita a un kung-fu figurato quale non si vedeva dai tempi di "Franco & Ciccio dalla Sicilia con Furore".
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