Ambientazione ipertecnologica invece per Cypher, ultima fatica di Vincenzo Natali, di cui abbiamo tutti apprezzato Cube: in un futuro prossimo venturo il mediocre ragioniere Morgan Sullivan, magistralmente interpretato da un istrionico Jeremy Northam, a cui è andato il riconoscimento quale miglior attore, viene licenziato dalla compagnia per cui ha prestato la sua opera per anni. Frustrato da un matrimonio infelice e da un'esistenza priva di un qualsiasi momento d'eccitazione, Jeremy accetta senza alcun indugio l'incarico di spia per conto della Digicorp, una misteriosa società che ha fatto dello spionaggio industriale un business dagli elevati guadagni; l'incontro con l'affascinante Rita (Lucy Liu) e le sue rivelazioni sulle attività della Digicorp, che in realtà sembra sottoporre tutti i suoi agenti a massicce terapie di lavaggio del cervello, la nuova offerta di lavoro come agente doppiogiochista da parte della rivale Sunways, e l'inquietante presenza del misterioso capo di Rita, Sebastian Rooks, il cui volto è sconosciuto a tutti, scaraventano Northam in un universo di allucinazioni, dove il confine tra la realtà e le visioni che stravolgono il suo sonno si fa sempre più sottile ed impercettibile e le sue certezze, insieme a quelle dello spettatore, vengono stravolte e confuse fino all'imprevedibile "twist" finale.
Natali, dopo Cube che a Sitges vinse il prestigioso premio quale miglior film nel 1998, si conferma come uno dei migliori registi del cinema canadese contemporaneo, confezionando un'opera che, pur spiazzando lo spettatore, costruisce l'intrigo spionistico inquadratura dopo inquadratura, con una logica di cristallina coerenza. "Il film è un ibrido di generi differenti, ma ciò nonostante la storia è molto lineare e costruita con cura. Il soggetto ha delle somiglianze con Intrigo Internazionale di Hitchcock", spiega Vincenzo Natali, "e non è un caso che l'autore di Psycho sia uno dei registi preferiti di Brian King, l'autore del soggetto. Questa è la prima volta che dirigo una pellicola senza averne scritto la storia, ma quando mi venne proposta la regia ne rimasi subito affascinato. Rispetto a Cube dove avevo un unico set da dover far sembrare differente ad ogni inquadratura, con Cypher è stato praticamente l'opposto, con una location differente per ogni scena è stata per me un'esperienza molto corroborante".
Interpellato in merito al suo coinvolgimento nel recente Cube 2: Hypercube, diretto da Andrzej Sekula, il regista Canadese professa la sua totale estraneità al deludente sequel della sua opera prima, una manovra commerciale di basso livello, che ripete senza inventiva la storia originale, aggiungendo solo nel finale il complotto militare dietro alla mortale prigione geometrica. E' curioso notare come, in una involontaria contrapposizione, tra gli interpreti di Cypher compaia il bravissimo Nigel Bennet, che nel telefilm con protagonista un poliziotto vampiro Forever Knight, era il malvagio LaCroix, mentre troviamo Geraint Wyn Davies, che interpretava l'inusuale detective, tra i protagonisti di Cube 2.
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