E che dire dei gadget fantascientifici di cui il film è disseminato? Dispositivi tecnologici alieni con un look retrò alla Metropolis come la vasca da cui nasce Rocky, i monitor di sorveglianza del castello, il triplo elettromagnete che attira il dottor Scott facendolo gironzolare per le camere e salire per le scale, il raggio Medusa che trasforma la vittima in una statua di gesso (ovviamente nuda), il dispositivo di teletrasporto fisiomolecolare audiovibratorio capace di trasportare istantaneamente una persona attraverso lo spazio (...e chissà, forse anche attraverso il tempo!), che non si vede mai ma che fa un sacco di scena, la mortale arma a raggi usata da Riff-Raff per uccidere il suo ex-padrone e infine il castello stesso, un'immensa astronave intergalattica sospinta da motori a razzo di incredibile potenza.
E poi c'è il dottor Scott, una sorta di Fox Mulder ante-litteram che indaga sugli UFO. Grazie a lui scopriamo che gli alieni sono già arrivati sulla Terra e che hanno studiato così bene la natura umana e i suoi vizi da esserne diventati schiavi. Come si può resistere, infatti, alle infinite tentazioni che nascono dall'onnipotenza?
In questa ambientazione da fantascienza degli anni Cinquanta il Rocky Horror inserisce la trasgressione e l'ideale di libertà sessuale tipico degli anni Settanta.
Frank è il protagonista, lo scienziato pazzo, l'istrione seduttore trasgressivo e irresistibile, il dolce travestito del pianeta Transexual, galassia di Transylvania. Che il viso sotto il trucco sia quello di Tim Curry, l'ambiguo e grintoso Frank cinematografico, o quello di Bob Simon, il più amato Frank teatrale dall'incredibile voce, lo charme conturbante del personaggio è sempre immutato.
Ammaliante, terribile, a volte commovente, Frank travolge i suoi ospiti, e insieme a loro il pubblico, con una personalità magnetica e una filosofia di vita che non conosce inibizioni. I brani che Frank canta, da Sweet Transvestite a I'm Going Home, si muovono da un rock'n'roll sfrenato e trascinante a un malinconico piano che accompagna le lacrime finali.
Brad e Janet, giovani e illibati, prigionieri delle convenzioni sociali di un'America che li vuole diplomati, fidanzati con anello di brillanti e quindi sposati con una nidiata di pargoli, non hanno armi per difendersi da lui. Le tentazioni che Frank incarna assomigliano troppo al frutto proibito ed entrambi cedono, abbandonandosi al piacere assoluto. Fanno tenerezza, quei due pulcini bagnati sotto la pioggia che ingenuamente cercano riparo in un castello. Quale persona sana di mente cercherebbe riparo in un castello? Ma loro, con il giornale sulla testa per ripararsi, bussano ed entrano, perdendosi in una dimensione di follia collettiva.
Il Rocky Horror, tripudio di fantascienza, inno insieme scanzonato e nostalgico alla gloriosa Golden Age, ci trascina con sé da trent'anni in un folle Time Warp cosmico.
Come resistere al piacere assoluto?
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