Citato in varie pellicole successive, il Rocky Horror Picture Show nasconde a sua volta un numero impressionante di riferimenti alla cultura "popolare" americana, in bilico tra l'omaggio e la parodia.
Dal mondo dell'arte (American Gothic, uno dei più celebri dipinti americani, appeso nell'ingresso del castello ma anche proposto "dal vivo" di fronte alla chiesa nella scena del matrimonio; i duplici esemplari della Gioconda e del Davide di Michelangelo; la Venere di Milo con una candela sulla testa, il Discobolo a cui viene mozzato il capo, fino alla Creazione di Michelangelo sul fondo della piscina) alla cultura contemporanea (il numero 4711 tatuato sulla gamba di Frank-n-Furter, nome di un'acqua di Colonia molto popolare negli ambienti omosessuali degli anni Settanta; la formula dell'LSD che dovrebbe essere scritta sulla lavagna del laboratorio; in realtà è la formula di una molecola dell'emoglobina), ai classici del cinema (Il mago di Oz, Frankenstein, Dracula, King Kong), numerosissime sono le citazioni che ammiccano allo spettatore.
I riferimenti a Frankenstein (1931) sono fin troppo evidenti: dal nome del dottor Frank-n-Furter alla sua creatura, terrorizzata alla presenza del fuoco. Persino i capelli di Magenta, alla fine del film diventano simili a quelli della Moglie di Frankenstein (1935).
Il dottor Scott, scienziato già al soldo del terzo reich e bloccato su una sedia a rotelle, come il Dottor Stranamore (1963) ha difficoltà nel controllo di un arto (Stranamore ha un braccio "matto", Scott una gamba). Come lui, in qualche occasionale momento di distrazione si ritrova a imprecare in tedesco. Inoltre, l'attore George C. Scott interpreta uno dei personaggi principali del film di Kubrick.
Ma più di tutto è il brano d'apertura del film a costituire una continua citazione di personaggi e titoli di pellicole fantascientifiche. Ecco il testo:
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