Non riesco a parlare con Livio. Al cellulare risponde sempre Zerbi, che mi respinge con toni da custode kafkiano. C'è qualcosa che non va, intuisco. Mi inquieto. Se Maria non avesse la sua giornata libera, correrei in clinica. Ma non posso lasciare Marco da solo.
Provo per tutta la mattina, e dopo l'ennesimo rifiuto (le scuse di Zerbi sono sempre più ridicole) decido di andarci ugualmente. In fondo vedere il padre farà bene anche a Marco. Comincio a vestirlo, e sono alle prese con le stringhe delle sue scarpine quando sento scattare la serratura.
- Livio?
E' lui. Lo hanno dimesso in anticipo. Perché non mi hanno avvertito? E' ancora sulla sedia a rotelle della clinica, ma è vestito di tutto punto e ha un aspetto impeccabile. Zerbi spinge la carrozzina sudando copiosamente come al solito. Le due guardie del corpo si aggirano silenziosamente controllando con efficienza le stanze della casa.
- Mi hai proprio fatto una sorpresa! - esclamo, lieta di vederlo. Sorpresa doppia, penso, perché Livio non è affatto tipo da improvvisate.
Faccio per abbracciarlo, ma lui si irrigidisce.
- Lasciaci, Fra'. - ordina al segretario. Zerbi, docile come sempre, scompare in cucina. Sento la porta del frigorifero che si apre, poi lo schiocco di una lattina stappata.
- Che succede? - chiedo, allarmata.
- Manda Marco di là. - mi ingiunge.
Non ha degnato suo figlio di un'occhiata. Sono davvero turbata. Per fortuna Marco si lascia distrarre dal suo orsetto meccanico. Un istante dopo, già non bada più a noi.
Livio mi porge freddamente il suo PDA. - Chi è quest'uomo?
Sul display a matrice attiva, una sequenza di immagini. Io e Antonio al tavolino dell'American Snack, poi a bordo della sua Smart giallo canarino, e persino seduti nel soggiorno, io sul divano e lui con la gamba a cavalcioni del bracciolo.
Scorro le foto, sbalordita. Soprattutto l'ultima mi lascia senza parole. C'è una webcam in casa? E da quanto tempo? Penso a Zerbi... E' venuto spesso a casa, dopo l'attentato, a prendere documenti e cartelle di Livio... L'ha installata lui? E perché?
- Che... che significa? - balbetto incredula - Mi... mi hai fatto sorvegliare?
- Voi due siete d'accordo, o si è solo servito di te? - inquisisce lui - E' il tuo amante, forse?
Spalanco gli occhi, allibita. E' impazzito? Di cosa sta parlando?
Lui intreccia le dita, gelido. - Io ti ho dato tutto, Rita... E tu decidi di tradirmi, proprio adesso, quando sai che uno scandalo rovinerebbe la mia carriera politica.
Non so se a ferirmi di più sono le sue accuse insensate, o il fatto che si preoccupi prima di tutto delle ripercussioni sulla campagna elettorale. Mi sorprendo a sperare che Livio sia preda di una gelosia folle. Ma non è così. E' freddo, coriaceo, con la sua solita aria da giocatore di poker che ha appena gettato la madre nel piatto e aspetta il rilancio.
Ho bisogno di sedermi. E di una sigaretta. Lui non mi concede né l'uno né l'altra.
- Mi domando cosa ho sbagliato con te, Rita. - sibila - Ho sempre cercato di proteggerti, ti ho trattato da regina.
Non posso credere alle mie orecchie. Mi scuoto.
- Livio, smettila di dire sciocchezza! Ti ho ben parlato di Antonio! Fa parte di Genesi 4-10, quell'organizzazione che si batte contro la clonazione umana!
- Infatti. - fa lui, imperturbabile - Tu sai chi... o cosa... è questa?
Sullo schermo del PDA, adesso, l'immagine di Lucia. Non capisco. Che c'entra la bambina? Perché Livio la coinvolge in questa scenata assurda? Sono talmente sorpresa che non riesco a rispondere altro che la verità.
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