- Che fine hanno fatto i Verumani?

- Oh, ho usato proiettili sedativi. Ho avvertito la polizia e loro avranno deciso per il meglio. Per quello che mi è scappato, immagino ci vorrà un po' di più. La registrazione della tua descrizione sarà sufficiente, non preoccuparti. Ho qualche buona conoscenza tra i poliziotti, non saranno insistenti.

Buone conoscenze deve averne parecchie, anche fra i medici, altrimenti quella non sarebbe corsa a domicilio con tutta l'attrezzatura.

- Sulla tua unità dovrebbe essere rimasta la sua impronta vocale, sarebbe utile esaminarla. A proposito, dov'è?

Dov'è?

- Merda. Tatuato, quello che è scappato, me l'ha presa prima di trascinarmi in macchina. Doveva averla ancora addosso quando... - la paura torna a mordere.

L'altro solleva le spalle, noncurante - Ci impiegheranno solo di più a rintracciarlo. - Tace di colpo, ha capito - Così, ha il tuo indirizzo, vero?

Annuire è più che sufficiente.

Stenwall riflette, perso nella contemplazione del soffitto, la bottiglia ancora in mano, la fronte divisa da ruga di concentrazione. Il lenzuolo attraversa il suo corpo lungo e forte, una macchia blu notte contro la pelle chiara. E' lontano, di nuovo un perfetto estraneo.

La sensazione dura un attimo, poi l'altro si scuote, torna da lui, e gli stringe la spalla, rassicurante.

- Fa niente. Ma non puoi tornare a casa. Non credo che Tatuato ci riproverà, ma potrebbe dare il tuo indirizzo a qualche altro balordo, o vendere la tua unità, se proprio è un idiota. Senti, avevo promesso di trovarti un'abitazione migliore, ricordi? Domattina pioverà e noi andremo a trovare Art. Mi deve un paio di favori...

Un altro buon conoscente.

- Naturalmente puoi restare qui tutto il tempo che vuoi. Davvero. Ma il posto che ho in mente è l'ideale per lavorare ai tuoi progetti. E ora non pensiamoci più. Abbiamo ancora almeno sei ore prima che possa decentemente chiamare Art.

Si lascia abbracciare, sollevato. Nic è un compagno gradevole, fantasioso... Al diavolo! Nic è quanto di meglio gli sia capitato da tanto tempo: affascinante, ricco mecenate, un buon corpo e dita leggere, deciso a prendersi cura di un Argento scriteriato. E più efficiente di un marine. In pochi giorni ha già fatto per lui ciò che suo padre non ha fatto in tutti gli anni trascorsi dal contagio.

Ad essere sinceri, Nicolas Stenwall è quasi troppo.

- Senti! - si libera dall'abbraccio per riuscire a guardarlo in faccia - Io volevo ringr... No, stammi a sentire, di tutto, capisci, tutto quanto hai fatto per me oggi, il medico, l'ospitalità, e anche domani, la faccenda di Art. Ma soprattutto... Nessuno di quelli che conosco sarebbe intervenuto come hai fatto tu questa mattina. Non parlo solo del fegato, ma dell'efficienza, della... professionalità, ecco.

Nic scuote il capo in silenzio, una, due, tre volte. Gli prende una mano, la studia come un oggetto fragile, l'accarezza con un dito senza guardarlo in faccia. - Non l'avrei mica fatto per chiunque. Per te, l'ho fatto. Hai capito, Akeela? Non sono un buon samaritano. E adesso basta parlare di me. Perché non proviamo a ritrovare la concentrazione? - insinua sorridendo. Un sorriso deliberato, non trova altri modi per definirlo, un trucco per distogliere l'attenzione di entrambi da ciò che ha appena detto.

Annuisce mettendo a tacere la mente, scivola al suo fianco, si lascia stringere dalle braccia salde. Permette al calore, all'odore ancora tanto nuovo del compagno, di invadere gentilmente il suo spazio e la sua intimità, di penetrare oltre la barriera dell'individualità e della differenza. Insieme inseguono il miracolo impossibile di dimenticare se stessi e diventare uno.