Quando c'è una guerra c'è sempre il problema del trattamento riservato ai prigionieri. Parlando del rispetto dei diritti civili durante un conflitto e di quanto sia difficile farlo mantenere l'episodio Chain of command (Il peso del comando, TNG sesta stagione) vede Picard catturato dai Cardassiani e sottoposto dall'aguzzino Gul Madred (l'attore David Warner) ad una serie di torture fisiche e psichiche atte a distruggere la sua volontà. Per quanto la sua cattura sia il risultato di una trappola messa in atto dai Cardassiani stessi Picard viene descritto dal regime in questione come un terrorista che si è introdotto illegalmente in territorio cardassiano. Notare ancora una volta il ricorso alla parola terrorista. Il prigioniero non viene chiamato per nome ma individuato col generico appellativo di umano, gli vengono tolti acqua e cibo e gli viene impedito di dormire regolarmente. Tramite un congegno sottopelle gli vengono inflitte scariche di dolore sempre più intense. La sua forza di volontà viene costantemente limata e diminuita al fine di estorcergli certe informazioni. Quante luci vedi? gli chiede ripetutamente il Gul cercando di convincerlo a dire il numero, sbagliato, che lui vuole sentire. Dentro il prigioniero, sempre più forte, il desiderio segreto di cominciare a vedere davvero il numero richiesto, così da poter porre fine alle proprie sofferenze.
Del rapporto tra aguzzini e prigionieri si occupa anche un bell'episodio della prima stagione di DS9, Duet (Colpevole ad ogni costo). Durante l'occupazione cardassiana di Bajor sono state commesse molte atrocità ai danni della popolazione civile. Quando il Maggiore Kira scopre di avere a bordo della stazione uno dei possibili criminali di guerra responsabili di una delle più terribili conduce un serrato interrogatorio volto a far si che l'uomo confessi. Lo splendore dell'episodio è costituito non solo dalla grande prova dei due attori coinvolti (Visitor e Yulin) ma anche da una sceneggiatura magistrale che affronta con non poca sofisticatezza i concetti di razzismo e moralità, ribaltando in più occasioni il concetto sin troppo semplicistico dei buoni e dei cattivi. Di criminali di guerra nel mondo anche reale certo ce ne sono, ma attenzione: a volte non corrispondono ai nomi e ai volti che ci vengono più facilmente alla mente. O perlomeno non sono i soli a cui dover pensare.
Una definizione di razzismo: quando i convincimenti riguardanti la natura di altre persone sono così estremisti da de-umanizzare tali individui, liberando i razzisti stessi da ogni scrupolo morale che è dovuto quando si ha a che fare con altri esseri viventi.
Sulla natura stessa della definizione di essere vivente ovviamente la fantascienza ha offerto belle e innumerevoli possibilità speculative. Anche Star Trek ha fatto la sua parte, proponendoci negli anni diversi dilemmi morali riguardanti i personaggi non umani del cast. Nell'episodio The measure of a man (La misura di un uomo, TNG seconda stagione) uno scienziato della Federazione vuole smantellare Data al fine di poterlo analizzare pezzo per pezzo e poterne così finalmente costruire altri. I suoi compagni di lavoro sull'Enterprise ovviamente rabbrividiscono al solo pensiero ma in effetti lo status sociale di un androide è ancora tutto da dibattere, così come un tempo lo erano i diritti dei neri in quanto c'era chi sosteneva che discendessero non dagli stessi progenitori dei bianchi e che quindi appartenessero ad un'altra specie. Ma Data è una creatura artificiale costruita dall'uomo, è quindi assimilabile ad una lavatrice ? E' di proprietà della Federazione che può quindi disporne come più ritiene opportuno ? Data è senziente, è capace di apprendere, è intelligente ed ha coscienza di se, bastano queste caratteristiche a farlo definire un essere vivente oppure quel pulsante di spegnimento che ha sulla schiena lo relega per sempre indegorabilmente nella categoria delle macchine ?
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