Mi si chiede di parlare di fantascienza americana e diritti umani, e più penso a come costruire un pezzo, più mi trovo immerso in un mare magnum, sconfinato: forse la difficoltà è che c'è troppo da dire.
La fantascienza, ci ricorda Ursula K. Le Guin, è (può, dovrebbe essere) un modo per immaginare l'Altro, per metterci a contatto con "persone" diverse in mondi e tempi possibili: ciò che Darko Suvin chiama novum. In altre parole raccontare la storia di questo rapporto sarebbe, in fondo, raccontare la storia della fantascienza (americana o altrimenti): di ciò che la muove, che la rende importante. I diritti umani sono sempre, in qualche modo, la sua preoccupazione centrale, il punto di partenza per qualunque piacere e divertimento possiamo ricavarne.
E allora andiamo per frammenti sparsi: qualche considerazione sulla cultura americana e sull'utopia, un racconto, qualche autore e qualche motivo, lasciandone inevitabilmente fuori tanti altri. Sperando che chi legge abbia il desiderio e la pazienza di proseguire e riprendere le sue letture.
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