Le origini
Nel 2000 ho visto Garage Olimpo, uno di quei film che non riesci più a dimenticare. Neanche se lo vuoi.
Il garage Olimpo è allo stesso tempo luogo di detenzione e di tortura degli oppositori politici. Una stazione di detenzione momentanea, in attesa di caricare i detenuti su un aereo militare e buttarli in mare al largo delle coste argentine.
La storia del Garage Olimpo, è una di quelle storie che ti fa vergognare tanto.
Non che ci si debba vergognare di essere vivi, in buona salute e non perseguitati politici, ma ci si può vergognare che degli esseri umani instaurino un regime del terrore o che vengano addestrati a eseguire torture come se fosse una normale routine.
Questo è quello che ho provato io, tanta vergogna nel vedere quanto poco fossi differente (io come chiunque altro) da quegli uomini addestrati al mestiere di torturatore.
D'altronde ad avere letto l'Iain M. Banks de La Guerra di Zakalwe, non ci si dovrebbe più stupire certe cose...
In seguito a questa esperienza mi sono iscritto ad Amnesty International assieme ad Anna Dal Dan, ed è stata proprio lei ad avere l'idea di un concorso letterario di fantascienza dedicato al tema dei diritti umani.
Io, col suo consenso, ho colto al volo l'idea, ne ho apprezzato il valore e ho chiesto al mio nuovo gruppo Amnesty di appoggiarla.
Se Omelas è partito è grazie ad Anna Dal Dan che ha avuto l'idea, è stata Liliana Maniscalco, responsabile del gruppo Amnesty International di Palermo di cui faccio parte, che si è lasciata convincere a investire le energie del gruppo in questo inusuale progetto.
Fino a quel momento l'unica persona che, a mia conoscenza, avesse portato avanti in modo esplicito in Italia l'associazione tra fantascienza e diritti umani era stata Enrica Lozito, meglio conosciuta tra i lettori di fantascienza come Enrica Zunic'. Le ho quindi chiesto di partecipare al progetto, e lei ha accettato con entusiasmo.
Da qui in avanti la storia di Omelas è pubblica e priva di retroscena interessanti.
Se in modo lineare è stato possibile spiegare come è nato Omelas, molto più difficile è spiegarne il perché.
I perché di Omelas
L'idea di cercare il diverso, l'alieno, dentro ogni singolo essere umano non stupisce nessuno da quando James Ballard ha introdotto l'idea di spazio interno come terreno di indagine e ricerca.
Ed è a partire da qui che si dipana un intrinseco legame tra fantascienza e diritti umani.
La fantascienza è perennemente intessuta del confronto col diverso, con ciò che è alieno.
Ogni singola idea fantascientifica emerge da una presunta diversità, diversità sulla quale lavorare, con la quale collaborare, con la quale integrarsi o alla quale opporsi strenuamente.
E' da confronti tra diversità che coesistono che nasce la fantascienza.
Il problema "diritti umani" nasce, come la fantascienza, dalla tendenza umana - che talvolta prende il sopravvento - di far emergere più ciò che divide di ciò che unisce.
I torturatori del già citato Garage Olimpo, erano soldati ben intenzionati. Gente per bene. Persone che credevano di tutelare i cittadini, di difendere il proprio paese. Di tutelare i propri simili dai diversi.
Trasformare questi uomini in torturatori è stato possibile perché ai loro occhi i torturati divenivano diversi da cui difendersi.
La violazione dei diritti umani nasce proprio perché l'altro da sé viene percepito come diverso, e non si è disponibili a riconoscergli quei diritti che per se stessi si reputano assolutamente inviolabili. A partire al diritto alla vita, alla salute, a un'istruzione, alla libertà di pensarla diversamente.
Fantascienza e diritti umani sono ambienti della cultura umana ben legati tra loro dall'umano odio/amore per il diverso. A partire da questo terreno comune, la fantascienza può portare a scoprire in ogni altro essere umano, un essere vivente che, al di là di ogni diversità, condivide con noi tutti quei diritti che noi riteniamo irrinunciabili.
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