Un errore che può costare un impero. Ovvio che Rumsfeld fosse preoccupato. Tuttavia in cabina di regia non sono sciocchi ed un battaglione di sceneggiatori ha scritto a tempo di record il secondo tempo del film; e finalmente comprendiamo a cosa servisse davvero la pausa nell'avanzata militare verso Baghdad, una pausa che doveva durare settimane allo scopo ufficiale di attendere 100.000 soldati di rinforzo e che invece è durata pochi giorni, una pausa che in realtà serviva probabilmente solo a scrivere in modo professionale la sceneggiatura del secondo tempo del film, per la quale non è improbabile che sia stato reclutato lo stesso Saddam Hussein come co-sceneggiatore, ricompensandolo con un certificato di finta morte e comodo esilio segreto. Un secondo tempo destinato a far dimenticare le improvvisazioni del primo: La battaglia per Baghdad e la disintegrazione del regime crudele. L'intreccio fa acqua da tutte la parti ed è completamente inverosimile - non si capisce perché gli iracheni si siano battuti alla morte in tutto il paese tranne che a Baghdad, forse perché a Baghdad c'erano troppe telecamere accese ed un film troppo splatter è politically incorrect e gli attori iracheni ci tengono a non urtare la sensibilità del pubblico occidentale - sta di fatto che finalmente gli stereotipi hollywoodiani sono stati rispettati ed il mondo telespettatore ha potuto godersi l'agognato happy end - il suggestivo abbattimento delle statute di Saddam e le feste di piazza - poco importa che la guerra continui a sprazzi qua e là, l'importante è che il film rientri nei canoni della tradizione cinematografica hollywoodiana. (www.nexusitalia.com/settimana0713042003.htm). Nel mondo futuristico in cui viviamo, finché la televisione sa fare il suo mestiere, l'impero è salvo, almeno sino alla prossima produzione televisiva. E' importante sottolineare per l'ennesima volta che non stiamo parlando della realtà - della quale non sappiamo nulla - ma della sua rappresentazione - l'unica cosa che giunge sino a noi. Ai tempi di Desert Storm, il primo colossal bellico americano-iracheno, si scoprì dopo la fine del conflitto che nulla di ciò che si era visto in televisione (a parte l'antiaerea di Baghdad ed i vari Coccioloni catturati) aveva avuto a che fare con il conflitto. Tutte le immagini di missili Cruise e Tomahawk mostrate erano in realtà immagini di repertorio. Tutti i famosi briefings tenuti giorno dopo giorno dal generale Schwarzkopf erano stati in realtà redatti prima dell'inizio del conflitto, perché non c'era alcun bisogno che la sceneggiatura avesse a che fare con la realtà. Nulla venne inizialmente raccontato del modo in cui gli americani vinsero la guerra, sepellendo vivi con le ruspe migliaia di soldati iracheni nelle loro trincee, bombardando truppe in fuga, e varie altre cosucce in aperta violazione della convenzione di Ginevra, azioni per cui adesso c'è chi chiede l'incriminazione di Schwarzkopf per crimini di guerra (www.afn.org/~iguana/archives/1999_01/19990105.html e www.mediamonitors.net/gowans22.html). Nota a margine: proprio il generale Schwarzkopf a Gennaio 2003 si era pronunciato contro l'ipotesi di invasione dell'Iraq (www.worldrevolution.org/article/388).
Il crollo dell'impero americano: il film
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