Va quindi in onda uno sceneggiato televisivo in cui il più potente esercito del mondo fa del proprio meglio per uccidere il suo più debole avversario senza possibilmente combattere affatto (il fatto che la guerriglia irachena gli renda le cose meno facili, è un'altra questione), schiacciando bottoni che azionano meccanismi del valore di milioni di dollari i quali ci pensano loro a uccidere il nemico a distanza, nel modo quindi più antisportivo immaginabile. Non voglio sostenere che la guerra dovrebbe essere sportiva. Cosa ne capisco io di guerra? Sto parlando dello sceneggiato televisivo andato in onda sui nostri schermi, mica della guerra. Sia della guerra in Iraq che di come dovrebbe essere una guerra non sappiamo nulla, dato che non siamo militari e non siamo sul fronte, ma dello sceneggiato televisivo visto in tivù, quello sì, sappiamo com'è e soprattutto sappiamo come dovrebbe essere. Dovrebbe essere diverso, in pratica il contrario di quello che è. Non capirò nulla di guerra, ma di sceneggiature, consentitemelo, sì.
Per tutta la nostra vita la fiction televisiva americana, dalla quale siamo sommersi, ha disegnato nelle menti di noi tutti un modello di realtà. Il modello prevede che in caso di conflitto armato (la maggior parte dei film americani contiene almeno un conflitto armato) il Buono (nel quale ci immedesimiamo) affronta sempre ad armi pari (o inferiori) il Cattivo. Il Cattivo è in genere più armato (armato, non amato...) del Buono, ma noi sappiamo che alla fine il Buono prevarrà perché appunto è Buono. Se il Buono ha una pistola e il Cattivo è rimasto disarmato (succede quasi sempre verso la fine di certi film americani), il Buono butterà via la propria pistola per affrontare il Cattivo ad armi pari, di solito a cazzotti, dove infine prevarrà, perché è Buono e leale. Diversamente, il Cattivo farà sempre di tutto per essere meglio armato del Buono, onde poterlo annientare senza pericolo, meglio se a tradimento, nel modo più antisportivo e quindi odioso che ci sia, il quale nella retorica dei film americani è tipico - appunto - del Cattivo. Il Buono non uccide mai persone innocenti, né permette che innocenti muoiano a causa delle proprie decisioni, ed è sempre pronto a sacrificare anche la propria vita nel nome di questo principio. Il Cattivo invece ha una particolare predilezione nell'uccidere innocenti, dei quali ovviamente non gli importa nulla. Dimenticavo: il Buono è sempre bello e americano. Il Cattivo è a volte americano, a volte no, e comunque è sempre meno bello del Buono e ha molto spesso la faccia cattiva (quando addirittura non è un viscido mollusco extraterrestre).
Ebbene, adesso improvvisamente sulle televisioni di tutto l'impero sono scorse le immagini di uno sceneggiato abnormale, essenzialmente eretico rispetto al modello di realtà della fiction americana e in quanto tale pericolosamente destabilizzante:
Soprattutto il primo tempo dello sceneggiato è un autentico disastro: I Buoni - riconoscibili immediatamente dal fatto che sono belli e americani (e se non bastasse ce lo ricordano incessantemente i commentatori che i Buoni sono proprio loro) - sono mille volte più forti e meglio armati dei Cattivi (che non vengono quasi mai inquadrati, non perché non ci sia la buona volontà di inquadrarli, ma perché loro non si fanno mai inquadrare, forse perché nel momento in cui vengono inquadrati gli tocca subito morire), evitano accuratamente qualsiasi scontro ad armi pari con i Cattivi, preferendo ucciderli da lontano quando non da lontanissimo, ammazzano quindi l'avversario nel modo più vile possibile (non è un mio giudizio morale, è una mera valutazione tecnica su di una scelta di sceneggiatura) e quando si chiede loro perché lo fanno rispondono che è per liberare un popolo oppresso il quale purtroppo fuori copione va ripetendo in tutte le salse e in tutte le lingue in tutte le televisioni di tutto il mondo che non ha nessuna intenzione di essere liberato dagli americani. E per liberare questo popolo oppresso i Buoni lo bombardano da lontano, dicendo di mirare soprattutto ai Cattivi, ben sapendo però che comunque uccideranno anche migliaia di innocenti del popolo oppresso, cosa che infatti puntualmente avviene. E quando i Cattivi ricorrono alla estrema e più drammatica arma dei più deboli, le missioni suicide contro l'invasore, i Buoni si indignano, definendo i kamikaze terroristi e criminali di guerra, dimenticando la trama di un altro popolare film americano, il film americano patriotico per eccellenza, Independence Day. Ricordate il finale? L'eroe (americano) del film salva l'umanità sacrificando la propria vita proprio in una missione suicida: egli si lancia infatti con il suo aereo carico di bombe contro la navicella degli invasori extraterresti, facendola così esplodere. Sporco kamikaze terrorista o nobile patriota? O l'uno o l'altro, altrimenti si confondono gli spettatori! Non c'è abbastanza comunicazione tra Hollywood e il Pentagono, e poi ci si stupisce se il nuovo film si rivela un flop. Manca nel film Iraqi Freedom un personaggio con la faccia da vero cattivo? Saddam non è più credibile, sarà anche cattivo ma sorride troppo spesso nei filmati di repertorio e ormai è simpatico a troppa gente, un po' perché è un crudele esplicito anziché un crudele ipocrita e poi non fosse altro perché una cosa di lui è certa: ha quaranta paia di palle. Rumsfeld, invece, come lo vedete nel ruolo? Tanto ormai la coerenza della trama è andata. Ma il pubblico, in sala, segue la vicenda lo stesso. E per settimane intere non c'è modo di interrompere la proiezione. Come si fa a tenere insieme un impero se i palinsesti televisivi impazziscono?
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