Chi era il vero padre di Anakin Skywalker? E la madre di Boba Fett? E che cazzo di nome hanno imposto a quei due poveri bambini? Perché i cavalieri Jedi vanno in giro vestiti come venditori di tappeti, che a confronto i talebani sembrano firmati Vuitton? Le spade laser funzionano a batteria? E devono essere messe in carica tutte le sere tipo cellulari? Il controllo della Forza dà qualche vantaggio a letto? Perché gli ambasciatori alieni parlano come tanti Breznev straciuccati di vodka? I droidi "protocollari" sono basati su http e SOAP? Che classe di rischio ha il Millennium Falcon? E quanto paga di assicurazione?
Queste e altre domande esistenziali, miei cari lettori, attendono risposte da ormai troppo tempo, da quell'anno lontano in cui, in una galassia altrettanto lontana, mister George Lucas cominciò a portare sul grande schermo le sue storie di cappa & spada appena appena mascherate da SF, condizionando un'intera generazione di ragazzini (la NOSTRA generazione, gente) ai miti dell'Eroe Avventuriero delle Galassie adepto della misteriosa filosofia Jedi, e ai timori dei cattivi asmatici in mascherone avvolti nei fumi del perverso Lato Oscuro.
L'influsso che la saga del suddetto Lucas ha avuto sulle menti di noi ragazzini è indubitabile, e chi scrive per primo s'inchina di fronte al genio che ha saputo creare una costruzione tanto robusta e fascinosa da resistere alle offese dei decenni.
Tuttavia, come tutte le saghe, anche il ciclo/mito Star Wars a volte viene preso troppo sul serio, con conseguenze che sfiorano la patologia. In queste occasioni la cura, come sempre, è una bella risata: è noto infatti che l'umorismo e la satira rappresentano il mezzo migliore per smitizzare, per restituire all'oggetto/vittima della risata le corrette dimensioni umane che mai avrebbe dovuto abbandonare.
Nel caso di Star Wars, anche questo è già stato fatto, e in maniera eccellente, dal bravo Mel Brooks con la pellicola Balle spaziali. Tuttavia, Brooks non ha mai risposto agli interrogativi di cui sopra. E poi, dall'uscita di Balle Spaziali, Lucas si è crogiolato in sequel e prequel del primo Star Wars, estendendo temporalmente la saga, arricchendola di nuovi concetti (e di effetti speciali prima non disponibili), ma soprattutto sperticandosi in straordinarie acrobazie narrative pur di annodare i fili lasciati sciolti in 5/6 pellicole e di rimediare a palesi contraddizioni (e ancor più palesi strafalcioni) lasciati cadere tra una fuga nell'iperspazio e l'altra.
C'è dunque occasione e materiale, se non per un nuovo Balle Spaziali, almeno per una riedizione satireggiante dello Star Wars lucasiano. Ed è esattamente questo che andiamo a proporvi: con riferimento alla pellicola della saga più recentemente transitata sul grande schermo, eccovi una parodia politicamente scorretta e perfida, nella migliore delle tradizioni.
Buona lettura, dunque, e che la Forza (Italia?) sia con voi.
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